DINI A RFV, Modello di gioco di Italiano non negoziabile

06.09.2023 12:10 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
DINI A RFV, Modello di gioco di Italiano non negoziabile

L'avvocato e agente di calciatori Giulio Dini è intervenuto ai microfoni di RadioFirenzeViola, durante la trasmissione 'Chi si compra?', iniziando parlando del mercato: "Penso che il mercato pecchi dell'assenza di un centrale difensivo mancino che abbia foza e rapidità nelle gambe, e quindi capacità di recupero. Manca anche un centrocampista che abbia la fisicità e quelle caratteristiche che più o meno ho già esplicato per il difensore. Se si vuole giocare scoperti è necessario essere perfetti, rapidi e sbagliare il meno possibile. L'atteggiamento tattico di Italiano è quello che nonostante tutto ha portato i frutti principali; però è chiaro che se si vuole crescere si deve migliorare l'organico della squadra e la maturazione di chi la guida". 

A tal proposito, qual è la maturazione che può raggiungere il tecnico Viola? 
"Per quanto riguarda il mercato penso che Italiano ha avuto o dovrebbe aver avuto voce in capitolo, e non credo che sia stato totalmente accontentato. Come detto manca un centrale ed un sostituto di Amrabat, che accanto ad Arthur sarebbe calzato a pennello. 
Per quanto riguarda la gestione della partita - dalle formazioni alle sostituzioni - sono abbastanza sorpreso da questo inizio della stagione: l'anno scorso ci lamentavamo dell'eccessivo turnover, che veniva giustificato dalle tre competizioni; adesso siamo passati ad una gestione diametralmente opposta, determinata sì in questa prima fase anche dalla condizione e dagli infortuni, ma che ci ha fatti arrivare a Milano già consegnati". 

Non pensa che questo non venir mai meno alle condizioni di partenza sia un limite per il Mister?   
"Italiano non gioca sugli avversari, questo è certo. La convinzione del tecnico è granitica, ha un modello di calcio difficilmente negoziabile con degli accorgimenti che dovrebbero essere naturali. Può darsi che questo step lo farà in una piazza che glielo imporrà, a Firenze non credo che avrà mai questa necessità di cambiare. Quando si allenano certe squadre, il compito dell'allenatore sarà quello di fare il gestore, dovendo fare i conti con giocatori meno disposti ad assecondare i suoi dettami tattici. A Firenze nessuno gli chiede questo. Domenica c'erano giocatori come Bonaventura e Arthur che era palese non potessero fare un'altra gara, figuriamoci a San Siro contro l'Inter". 

Secondo lei quanti passi avanti ha fatto la Fiorentina con questo mercato?
"No vedo grossi passi in avanti; siamo migliorati, teoricamente, in zona offensiva, ma ho delle riserve su difesa e centrocampo. E' anche vero però che quando avremo a regime il centrocampo completo, con una rapidità che l'anno scorso non abbiamo visto, magari saremo in grado di valutare diversamente l'apporto di Nzola e Beltran, che comunque per me non è un terminale offensivo".