RISERVE VIOLA, Le incognite per il futuro

27.10.2010 12:28 di  Tommaso Mattei   vedi letture
RISERVE VIOLA, Le incognite per il futuro
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Che l’inizio della stagione della Fiorentina fosse di quelli difficili lo avevano capito tutti ma che per aver ragione di un Empoli imbottito di giovani ci volessero 120 minuti, bè questo era davvero difficile da pronosticare. Ci ha pensato Babacar al 118’ ad evitare la figuraccia per i viola. Una delle poche note positive, insieme a Papa Waigo, di una serata che ha lasciato tanti punti interrogativi in casa Fiorentina. Quello che è mancato è stato l’ingrediente principale, il gioco. Forse per questo sarebbe bene chiedere qualcosa non solo a Mihajlovic, ma anche a Bolatti e Cerci. Il primo che dovrebbe costruire, il secondo che dovrebbe inventare, invece spesso risultano irritanti per pubblico e compagni. L’argentino sembra in balia delle onde, l’ex giallorosso si confonde da solo con la palla sempre fra i piedi. Per averli la Fiorentina ha tirato fuori più di 7 milioni di euro ma da quando sono arrivati a Firenze il loro valore economico è rimasto scritto solo nei contratti. Il nazionale argentino si limita sempre al compitino, chiude poco e ancora meno fa in fase offensiva. Cerci vive in simbiosi con il pallone ma il suo amore per la sfera non produce molto. E se per l’ex giocatore della Roma i tempi di inserimento possono ancora essere rimandati per Bolatti questo ormai non vale più. Arrivato a Gennaio come uomo in più del centrocampo si è dimostrato un semplice ricambio. Doveva essere la freschezza della mediana e invece spesso ricorda gli effetti del tavor. Pensare che è andato ai mondiali al posto di Cambiasso fa ancora riflettere. Cose strane del calcio.

Così come ricordare che da quell’Huracan delle tante promesse, a Firenze, sia arrivato lui e non un certo Pastore. Alessio Cerci, preso a fine mercato estivo, dispone ancora di qualche bonus. Ma il corale sospiro di sollievo del Franchi, al momento della sua sostituzione con Gilardino, lascia pochi dubbi. Dalla sua ci sarebbe anche la passione di Firenze per chi sa accarezzare il pallone e lui, di tecnica ne ha da vendere. Ma Firenze ama anche la concretezza, dote che il numero 24 viola non riesce proprio a mostrare. Vederlo poi arrabbiarsi con i compagni ad ogni suo passaggio sbagliato non aiuta a farlo entrare nei cuori dei Fiorentini. Su di lui, si diceva, ci fosse il Manchester City e che il suo soprannome (ndr:il Thierry Henry di Valmontone) fosse garanzia di successo. Per adesso, in Inghilterra lo sceicco Mansour non sembra essere pronto a far fare l’ennesima plusvalenza a Pantaleo Corvino. Così come sembra che Thierry Henry si stia informando per sfruttamento indebito della sua immagine. Intanto fa effetto vedere che proprio l’Empoli, ad esempio, riesca sempre a tirar su giovani di sicuro avvenire. Fabbrini e Soriano, giusto per fare due nomi, hanno fatto vedere al Franchi quanto di buono ci sia a pochi metri da Firenze. 30 km di distanza fra loro e la Fiorentina. Anni luce per Pantaleo Corvino.