QUESTIONE DI ACCENTO

06.08.2011 11:00 di  Andrea Giannattasio   vedi letture
QUESTIONE DI ACCENTO
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Come al primo giorno di scuola: sarà questo il comune pensiero che attraverserà la mente dei giocatori viola nel momento in cui calpesteranno per la prima volta il soffice manto verde del Saint James Park, uno dei templi più rinomati del calcio inglese. Un esame speciale, dunque. Una vera e propria prova del nove che potrebbe definitivamente spazzare via molti dubbi sulla Fiorentina che si appresta ad intraprendere la prossima stagione, profondamente rivoluzionata fin dalle sue radici e - tutt'ora - in fase di pesante ristrutturazione. Senza Cerci, tenuto fuori a séguito del provvedimento disciplinare in cui è incorso a causa dell'infelice reazione del pomeriggio di due giorni fa, e senza Kroldurp (ancora a riposo per le conseguenze della tendinopatia achillea) e Munari (in netto ritardo di condizione), Sinisa Mihajlovic si affiderà alla cosiddetta ''vecchia guardia'' per stanare dalla sua perfida tana il lupo Newcastle, società che, curioso a dirsi, sta effettuando da tempo anch'essa un'opera di profondo ricambio generazionale (per non dire, nel suo caso, di ridimensionamento), le cui conseguenze fanno gridare allo scandalo perfino i suoi attuali tesserati, attraverso i social net-works di mezzo pianeta. Un test assolutamente importante, dicevamo, ma non, per dirla tutta, decisivo.

Già, perché se è vero - com'è vero - che il 75% della preparazione estiva della Fiorentina si è ormai esaurito e se è lecito credere che, in questi periodi dell'anno, il mercato di un club debba convenientemente essere pressoché agli sgoccioli, la Fiorentina rappresenta un'eccezione, in quanto rimane tuttora un cantiere aperto, in cui da un momento all'altro potrebbero giungere, come del resto andarsene, nuovi ed ambiziosi operai, vogliosi di riportare la Fiorentina dove merita. Lassù, in alto. E allora godiamoci il primo giorno di scuola di questa Fiorentina, in salsa tutta english. Augurandoci però che l'accento britannico che in queste ore sta masticando con leggera difficoltà possa ben presto metaforicamente trasformarsi in un dialetto dal sicuro successo. Magari in barese stretto.