GILA-PAZZINI, La legge del contrappasso
Vuoi vedere che aveva ragione Prandelli? Roba di un anno e mezzo fa. Alberto Gilardino è arrivato alla Fiorentina e Giampaolo Pazzini finisce in castigo. Un anno da titolare tra molti bassi e pochi alti (sui motivi ci sarebbe molto da discutere) hanno convinto definitivamente la società ed il tecnico di Orzinuovi. Il Pazzo non è uomo da doppia cifra, serve un bomber vero.
Ed è così che Corvino piazza il colpaccio. Quindici milioni al Milan e il violino più famoso dell'Italia pallonara in casa Viola. Goal a grappoli, fin da subito e maglia da titolare mai in discussione. E Pazzini? Sempre più triste finisce piano piano ai margini della squadra. Da seconda scelta a ultima ruota del carro. Negli ultimi mesi, prima di pensare al 29, Prandelli avrebbe buttato dentro anche un Primavera. Troppo forte Gilardino, troppo importante non mettergli pressione.
Adesso la vendetta, ghiacciata, del Pazzo. Siamo alla gara decisiva, a quella del dentro o fuori e al centro dell'attacco dovrebbe esserci lui, l'ex viola. Con buona pace di Alberto, che in una partita e mezzo ha toccato si e no cinque palloni, li ha persi più o meno tutti e non ha mai tirato in porta. Mica è colpa sua. O almeno, non solo. La Nazionale non gira e gli attaccanti ne risentono. Il centravanti della Fiorentina però è parso indietro, nemmeno ombra del bomber che tutti conosciamo.
Vuoi vedere che aveva ragione Prandelli? Vuoi vedere che davvero, il Gila, ha bisogno di concorrenza zero e di tranquillità assoluta per rendere al meglio? Del resto l'aveva capito anche Ancelotti (mica l'ultimo dei bischeri) ai tempi del Milan. Inzialmente titolare, Gilardino, si fece schiacciare giorno dopo giorno dalla figura devastante di Super Pippo Inzaghi, fino a scomparire dalle formazioni rossonere. Chissà se è davvero così, o se Alberto paga solo una condizione scadente. Una cosa è certa. La Fiorentina continua a credere in lui, e Mihajlovic lo aspetta a braccia aperte. Nonostante tutto.