FIORENTINA, Quale futuro per Giampaolo Pazzini?
Partiamo subito da un presupposto. Se il Milan, impegnato su quattro fronti, è ricorso al Primavera Paloschi nella stagione appena conclusa, significa che l'attacco di un grande club non può limitarsi solo al "titolare e poi si vedrà". La grande squadra, o almeno quella che aspira ad esserlo, come la Fiorentina, deve avere un parco di giocatori nutrito in ogni ruolo, per far fronte a delle emergenze improvvise.
Da qui, scatta una riflessione: quale futuro per Giampaolo Pazzini? E' vero, nel calcio di oggi, parlare di "titolari e riserve", sembra un paradigma tutt'altro che corretto. Tirare il fiato è d'obbligo, giocare sessanta e passa partite di fila un'impresa impossibile da fare per chiunque. L'attaccante toscano, dopo una stagione condita di luci ed ombre, ha visto approdare in riva all'Arno Alberto Gilardino. Negli undici tipo dell'immaginario collettivo, è l'attaccante di Biella la punta che parte avvantaggiata nella mente di Cesare Prandelli.
Pazzini, dal canto suo, che penserà? Ha ventiquattro anni, grandi capacità e tatna voglia di riscatto. Accetterà di essere il secondo, anche se con molto spazio a disposizione? Oppure chiederà di recitare un ruolo da protagonista, in una piazza magari meno importante, come quella di Genoa dalla quale, sponda rossoblù, gli stanno pervenendo offerte importanti?
La Fiorentina non vuole perderlo, lui vuole restare a Firenze. Il cerchio sembra già chiuso prima di aprirsi, però... Il però è quello di cui sopra. Pazzini non è più il "dopo Toni", Pazzini ora è il "dopo Gilardino", almeno inteso come gerarchie. Resta da vedere se, da grande professionista come si è dimostrato sinora, accetterà anche questa ennesima grande sfida. Perché se la Fiorentina è in Champions, luci e ombre a parte, è anche merito suo.