GILARDINO, Attenti alla Fiorentina
Il nuovo Alberto Gilardino è nato in una tiepida sera di fine primavera. Era il 2 giugno, una chiacchierata divenne uno sfogo e lo sfogo si trasformò in un'intervista che fece discutere (l'attaccante metteva in dubbio il suo futuro nel Milan), scatenò reazioni (Galliani e Ancelotti si infuriarono) e proiettò Gilardino in una nuova realtà. Dicevano che non fosse abbastanza «cattivo», Gila chiarì in quel modo per lui inconsueto di essere cresciuto e di essere pronto a mettersi in gioco. Alberto sapeva che da quel giorno nessuno gli avrebbe più perdonato nulla. E sa che oggi inizia per lui la stagione della svolta.
Gilardino, finalmente si gioca. Per lei è stata un'estate ricca di voci.
«Ormai sono abituato: quando ero al Parma si parlava di me perché mi volevano le grandi squadre, perché i tifosi speravano di vedermi in Nazionale, perché ero diventato un personaggio. Quest'estate i motivi erano altri. Ma da ora in poi parla il campo».
Il Milan ha dimostrato fiducia nei suoi confronti acquistando solo Pato in attacco.
«La società, l'allenatore, i compagni si sono sempre comportati in modo eccezionale con me e io non lo dimentico. Pato diventerà un grandissimo campione ».
Da quello sfogo sono passati tre mesi: si sente diverso?
«Ho trovato un grande equilibrio interno: merito mio, ma anche di Alice, della mia famiglia. Sono molto sereno. Ho imparato a guardarmi intorno con più attenzione, distinguo gli amici veri dagli opportunisti. Sono cresciuto, maturato».
Parte con la serenità di chi non ha nulla da dimostrare o con la pressione di chi si sente sotto esame?
«Entrambe le cose. Io credo di aver dimostrato qualcosa sia prima di arrivare al Milan sia nei due anni in rossonero. Ma so anche che posso fare di più. Questa è una stagione importantissima e spero soprattutto che sia la mia stagione».
Si è posto un obiettivo in termini di gol?
«Un'idea ce l'ho, ma la tengo per me... I gol non saranno un incubo, voglio vivere le partite nel modo giusto. Quando ero più giovane, segnare era il primo pensiero. Adesso non più».
Chi vincerà la classifica cannonieri?
«Uno tra Totti, Trezeguet, Inzaghi e Ronaldo».
E Gilardino...?
«Parto a fari spenti, ma... non si preoccupi: segnerò anch'io».
Lei è abituato a pensare giorno dopo giorno o ad allungare lo sguardo?
«A me piace sognare, anche ad occhi aperti.
Guardo al futuro, me lo immagino in una certa maniera e poi cerco di fare in modo che la realtà sia il più simile possibile al sogno. E questo vale sia per la vita professionale sia per quella privata ».
Donadoni ha detto che vi siete parlati: è tranquillo sul suo futuro in Nazionale?
«Sì, non c'è nessun problema con Donadoni. Devo solo dimostrare il mio valore nel Milan per meritarmi la maglia azzurra».
A Marassi segnò il suo primo gol ufficiale con il Milan.
«Spero sia un segno del destino. Quel giorno contro la Samp, però, perdemmo 2-1, stavolta voglio i tre punti».
Lei di solito entra in forma gradatamente. Sarà così anche quest'anno o crede di essere più avanti rispetto al passato?
«Da quando sono al Milan, questo è il primo anno in cui svolgo appieno la preparazione. Nella prima stagione avevo dovuto combattere la pubalgia, nella seconda ci fu il problema dei preliminari di Champions League. Stavolta ho lavorato molto bene e credo di essere già in buone condizioni anche se ovviamente nessuno è al top in estate».
Che cosa vuole chiedere ai tifosi e che cosa vuole promettere?
«E' meglio non promettere nulla anche se nei prossimi mesi vorrei regalare tante gioie ai milanisti. Ai tifosi chiedo solo di continuare a seguirci come l'anno scorso, quando ci furono molto utili nei momenti più difficili ».
Che cosa si aspetta da quelli che la fischiarono?
«Io rispetto tutti, chi applaude e chi fischia. Come dissi l'anno scorso, credo che i veri tifosi del Milan siano quelli che incitano la squadra e i giocatori dal primo all'ultimo minuto».
Inter favorita?
«No, Inter fortissima come il Milan. E come la Roma. E poi attenti alla Juve e alla Fiorentina. Sarà un campionato aperto e ricco di emozioni».
Qual è l'attacco più forte del mondo?
«Quello del Milan. Mi incuriosisce quello del Barcellona, con le quattro stelle da far convivere».
Alberto, come sarà lei tra un anno?
«Come giocatore, spero di essere soddisfatto per aver alzato qualche altro trofeo. E come uomo mi immagino sereno, sempre al fianco di Alice».
Sereno e... sposato?
«Ci stiamo pensando. Magari dopo l'Europeo... Abbiamo sempre avuto l'idea di costruire una nostra famiglia ».