FIORENTINA-JUVENTUS, Stavolta non è solo gloria
Il giorno della verità. Cesare Prandelli non usa mezzi termini. Dopo le buone prestazioni viste contro Milan e Roma, il vero saltò di qualità potrebbe arrivare già questo pomeriggio. Davanti ad oltre 40.000 spettatori. «Da tre anni ci stiamo preparando per arrivare a giocare alla pari con le grandi squadre, quelle la cui storia racconta di successi importanti, di scudetti, di coppe vinte».
E ora ci siamo. «Già, ci siamo: vediamo se siamo in grado di reggere le pressioni dall’esterno e le aspettative. Vediamo, anzi, se possiamo persino superarle. Verifichiamo se siamo capaci di reggere il peso del pronostico, ora che c’è chi ci dà addirittura favoriti».
Sguardo fisso, determinato. Sguardo di un comandante che sa di poter portare in alto suo esercito. «Ho visto l’entusiasmo della squadra - prosegue il tecnico - negli occhi dei giocatori non ho letto la stanchezza, quanto la voglia di battersi per un nuovo obiettivo, di misurarsi con un avversario importante».
Aggiunge di più Prandelli e si rivolge direttamente alla città. «Nei momenti difficili saranno i nostri tifosi a sostenerci, loro a darci la forza di recuperare le energie, anche se, lo ribadisco, fisicamente stiamo molto bene».
Ecco la Juve. «Ho sentito le parole di Ranieri: ha ragione, la Juventus è tornata.
Stanno lavorando tutti per trovare una precisa identità, ma la materia prima non manca. Per questo non potremo permetterci di abbassare la guardia neppure per un attimo, hanno giocatori capaci di metterci in difficoltà, come ha fatto Trezeguet domenica scorsa con il Torino. Quello è un giocatore che, anche se gli fai fare un giro di campo intero, la porta la trova senza alcuna difficoltà». Prandelli non si nasconde Teme i bianconeri e non si vergogna a confessarlo. Il suo sogno però è ben preciso. «Oltre al blasone, la Juventus ha almeno 5 giocatori di categoria superiore a cominciare da Del Piero che, personalmente, non vedo con una maglia diversa da quella bianconera».
Farsi violenza. «Certe volte devi avere la forza di metterti in discussione, quasi di violentarti pur di raggiungere il tuo obiettivo. Lo abbiamo imparato e lo stiamo mettendo in campo. La reazione non è mai mancata». Adesso c’è soltanto da battere la nemica di sempre. Prandelli si affiderà a Mutu, «uno dei primi giocatori al mondo, uno di quello a cui puoi sempre chiedere di più, senza alcun timore, uno che è capace di dare una pacca sulla spalla del compagno per consolarlo e, al tempo stesso, di aiutarlo nei momenti difficili», a Pazzini unica punta e a Semioli sulla fascia, con Kuzmanovic e Montolivo pronti a trasformasi in cerniera di raccordo tra la difesa e l’attacco.
Argentini ko. Dopo il forfait di Mario Alberto Santana, si ferma anche l’altro argentino, Pablo Dainel Osvaldo. Per lui una contrattura muscolare rimediata a Livorno, la notte della sua consacrazione.