BAIANO, Tutta colpa della Uefa
Napoletano di nascita ma toscano d’adozione tanto da eleggere la nostra regione come luogo da vivere e dove continuare a giocare, in serie C1 girone B nella Sangiovannese. Stiamo parlando di Ciccio Baiano che, nonostante i 40 anni suonati, sta onorando una carriera che l’ha visto fra i protagonisti del calcio italiano degli anni Novanta. In particolare di quella Fiorentina, di cui è rimasto grande tifoso, che conquistò - grazie ai suoi gol e a quelli di Gabriel Batistuta con il quale formò una coppia affiatata e temuta - una Coppa Italia ’95-96 e una Supercoppa di Lega ’96.
Dunque chi meglio di Francesco Baiano per parlare della Fiorentina di oggi, reduce da una settimana terribile in cui ha visto spezzarsi ai rigori il sogno di approdare alla finale di Coppa Uefa e complicarsi la corsa al 4º posto dopo il ko a Cagliari preceduto dal pari subito al 94’ con la Samp. Adesso, a due gare dalla fine, s’avvertono dentro e attorno alla squadra preoccupazione e qualche timore. Baiano invece, pur conscio di una situazione non facile, invita i viola a non mollare e i tifosi a non fare processi affrettati e a crederci ancora.
Francesco Baiano, come devono affrontare questo delicato momento Firenze e la Fiorentina?
«Per prima cosa credendoci ancora e cercando di dosare al meglio le energie fisiche e mentali rimaste. In fondo c’è un solo punto di distacco dal Milan e i giochi, pur complicatisi, sono ancora aperti. Però ci tengo a dire che al di là di come si concluderà il campionato della Fiorentina è stato strepitoso. E il suo allenatore è stato eccezionale per come ha saputo gestire e impiegare l’organico».
Tutto condivisibile, però ora siamo davvero alla resa dei conti. E per la prima volta il Milan vincendo il derby è quarto davanti ai viola.
«Prandelli per primo aveva detto che giocare la Coppa Uefa ad alti livelli come ha fatto la sua squadra sarebbe costato qualche punto in campionato. Così è stato. Guardate il Milan: come è uscito dalla Champions ha ritrovato smalto e brillantezza, e dire che la sua rosa è ben più ampia di quella viola».
Allora sarebbe stato meglio mollare l’Europa?
«Col senno di poi sono tutti bravi. Però è innegabile che gran parte della colpa di questa frenata in campionato sia della stanchezza. La squadra è spremuta. In più deve smaltire la forte delusione per un’immeritata uscita dalla Uefa. Comunque la speranza è sempre l’ultima a morire, anche perché sono convinto che la Fiorentina si preparerà alla grande per la gara di domenica con il Parma e il Napoli, conoscendo bene l’ambiente, con il Milan cercherà di accomiatarsi al meglio dal suo pubblico. Senza dimenticare il tecnico Reja la cui posizione è in bilico e che con un bel risultato contro i rossoneri potrebbe avvicinarsi alla riconferma».
Insomma, giusto crederci ancora?
«Certo, a maggior ragione avendo un allenatore come Prandelli che sa come pochi spronare e rendere al meglio i propri giocatori. Bisogna tenerselo stretto così come i Della Valle e il ds Corvino: porteranno sempre più in alto questa squadra, bisogna solo dargli tempo e pazienza come d’altra parte richiedono sempre un grande progetto e l’apertura di un ciclo, Non dimenticando che il club viola viene da tre anni disputati ad alti livelli, con continuità di gioco e di risultati. E questo è un indiscutibile dato di fatto».
Firenze però passa in fretta dall’euforia alla depressione.
«È sbagliato. Non è il momento ora dei processi, tantomeno sugli acquisti di gennaio, bisogna mantenere equilibrio e continuare a stare vicino alla squadra, sostenerla come è stato finora».
Lei ha segnato in carriera tanti gol e continua a farne: è innegabile che qualche problema in attacco la Fiorentina lo abbia e ne stia pagando un po’ le conseguenze. Il suo parere?
«Credo che tutti siano d’accordo che se Toni fosse rimasto i viola sarebbero già in Champions. Ma è anche vero, dati alla mano, che senza Luca hanno saputo restare ai vertici e arrivare in semifinale Uefa. Ecco perché la Fiorentina deve crederci fino in fondo».
Giusto insistere su Pazzini?
«Giampaolo è nel mirino della critica ma a me piace molto e sono certo che saprà dimostrare tutto il suo valore. Non dimentichiamo poi che questo è il suo primo anno da titolare. Le voci su Gilardino? E’ una attaccante che anche quando non gira vale 15 reti l’anno, bisognerà vedere però se rientra nel budget del club viola. Comunque io Pazzini me lo terrei sempre».