AMARCORD, "Da Baggio a Borgonovo nel ricordo di Piercesare Baretti"

Fiorentina - Inter è sinonimo di emozioni, brividi a pelle. Come il 2-2 del 71' quando un gol di Brizi al 91' salvò i viola dalla serie B, come il 4-3 dell'89' col gol di Borgonovo al 90', come la scomparsa del presidente Baretti giusto 20 anni fa.
01.12.2007 23:57 di  Stefano Borgi   vedi letture
Fonte: Stefano Borgi per FV

Fiorentina – Inter chiude la settimana più triste, difficile da vivere ma anche da raccontare ed il rischio di cadere nella retorica è li, dietro l’angolo. Oggi torna a sedere sulla panchina viola, Cesare Prandelli e ad accoglierlo ci saranno i 2000 ragazzi delle scuole fiorentine che occuperanno il famoso “formaggino”, abituale sede della tifoseria avversaria. Non ci poteva essere modo migliore per dare il bentornato al mister che in passato aveva più volte caldeggiato questa soluzione per combattere l’assurda e becera violenza negli stadi italiani.

Quella tra viola e nerazzurri è una classica del nostro calcio, e lo score dei precedenti disputati nel capoluogo toscano ci racconta di una Fiorentina sorprendentemente in vantaggio con 25 vittorie e 29 pareggi nei 69 confronti totali. Pescare nel passato è impresa fin troppo facile; per esempio… alla fine degli anni 50’ (era per la precisione il campionato 58-59), una straripante Fiorentina guidata da “uccellino” Hamrin batteva l’Inter del capocannoniere Angelillo per 4 – 0; pensate, quella Fiorentina detiene ancora oggi il record dei gol segnati nei campionati a 18 squadre, ben 95! Altri tempi. Con un salto di 23 anni andiamo alla 13esima giornata del campionato 81-82; qui la statistica lascia il posto all’aneddotica poichè i nerazzurri si presentarono a Firenze senza il portiere titolare Bordon infortunato; al suo posto Cipollini che in occasione del terzo gol viola di Graziani pensò bene di infortunarsi a sua volta per lasciare il suo posto a tale Pizzetti proveniente dal… Forlimpopoli. Neanche il tempo di ambientarsi che l’arbitro assegna una punizione dal limite per la Fiorentina; sul pallone si presenta Eraldo Pecci, di professione regista, scarpe grosse (mi sembra calzasse il 44!) ma cervello molto fino, e mentre l’incauto portiere sistema la barriera la sfera ruzzola in rete per il definitivo 4 – 2. Inutile dire l’esultanza mista a derisione del popolo viola e la disperazione del pivello estremo difensore nerazzurro.
Ben altro pathos ebbe il confronto della 17esima giornata del campionato 88-89 tra la Fiorentina di Eriksson e l’Inter del Trap, futura campione d’Italia. Era una Fiorentina divertente ancorché leggerina che già aveva regalato emozioni battendo la Juventus al 90’ poche giornate prima. Ci piace ricordare come Baggio abbia vissuto la sua migliore stagione proprio in quell’anno (e forse quella partita fu il punto più alto) coadiuvato da un formidabile Dunga, a sostegno di un altro fuoriclasse, troppe volte frenato dagli infortuni, Stefano Borgonovo; proprio il centravanti è il protagonista del finale thrilling quando sul 3 – 3 l’arbitro assegna una punizione in favore dei nerazzurri a ridosso della loro area; Bergomi si impossessa della sfera mentre Borgonovo non lo perde di vista neanche un secondo, aspetta il passaggio indietro al portiere, si avventa sul pallone e deposita alle spalle di Zenga. E’ il 4 – 3 finale fra l’incredulità generale.
Arriviamo così all’ultimo confronto del settembre scorso quando una Fiorentina ancora sotto shock per il meno 19 di calciopoli fu sconfitta duramente dai nerazzurri nonostante le speranze riaccese dalla doppietta finale di Luca Toni.

Chiudiamo questo gustoso amarcord riagganciandoci al punto di partenza con un breve ma significativo ricorso storico. 20 anni fa, ed era il 5 dicembre 87’, Piercesare Baretti, da pochi mesi Presidente viola, perse la vita in un incidente aereo. Sette giorni dopo la Fiorentina, all’allora Stadio Comunale, incontrava proprio l’Inter per l’undicesima di campionato. I viola uscirono sconfitti, ma questo poco importa. Conta invece il lungo e discreto applauso che scaturì spontaneo all’ingresso delle squadre in campo, il mazzo di fiori sulla poltroncina sulla quale Baretti sedeva abitualmente e la dedica al momento del provvisorio vantaggio viola. Sono piccoli gesti, semplici, che crediamo possano avere un senso ancora oggi, e testimoniare, una volta di più, l’affetto di tutta la Firenze viola verso il proprio allenatore.