PIZARRO A FV, VIOLA? MI ASPETTAVO DI PIÙ. SOGNO SARRI PER IL DOPO-SOUSA. RIGIOCHEREI...

Esclusiva di FirenzeViola.it
05.04.2017 13:00 di  Giacomo Iacobellis  Twitter:    vedi letture
PIZARRO A FV, VIOLA? MI ASPETTAVO DI PIÙ. SOGNO SARRI PER IL DOPO-SOUSA. RIGIOCHEREI...
© foto di Universidad de Chile

Quella fra David Pizarro e l'Italia è una storia d'amore che sboccia nel lontano 1999, quando l'Udinese si assicura un giovane e promettente trequartista di Valparaíso (Cile). Ennesima scommessa vinta dallo scouting dei friulani e alba di una lunga e radiosa carriera in Serie A con le maglie di Udinese, Inter, Roma e Fiorentina, senza dimenticare la breve parentesi in Premier nel Manchester City del 2012. Dopo 16 anni in Italia, la scorsa stagione Pizarro è tornato a casa e, archiviata un'annata complicata tra le fila dei Santiago Wanderers, oggi ha ritrovato sorriso e consapevolezza con la maglia dell'Universidad de Chile. FirenzeViola.it lo ha raggiunto in esclusiva per una chiacchierata a 360°, tra passato, presente e un futuro che potrebbe essere di nuovo nel nostro Paese.

Pizarro, innanzitutto come sta? Come vanno le cose all'Universidad de Chile?
"Molto bene grazie. Nella U sono tornato finalmente a divertirmi, e sul campo si nota. E' una squadra storica e importante del campionato cileno, sono davvero felice".

Settimana speciale, tra l'altro, visto che sabato ci sarà il sentitissimo derby col Colo Colo dell’altro ex viola Jaime Valdés.
"Sì, la stagione è iniziata bene e questa è una settimana importantissima per noi. Ci teniamo molto a regalare la vittoria contro il Colo Colo ai nostri tifosi, a Santiago c’è già grande agitazione in vista del derby".*

Da Firenze a casa, Valparaíso. Com'è stato tornare in Cile dopo così tanto tempo nell’estate 2015?
"Bello, ma allo stesso tempo molto difficile. La mia famiglia si era abituata alla vita in Italia e tutto all’improvviso è cambiato. Nei primi mesi è stata dura e, considerando anche lo scarso minutaggio che ho avuto ai Santiago Wanderers, non ho dubbi nel dire che il 2016 è stato il mio anno peggiore da calciatore".

Non a caso, si era parlato della possibilità di rivederla nel nostro campionato sia la scorsa estate che a gennaio. E' stato vicino al ritorno?
"Sì, c'erano alcune squadre interessate, come ad esempio il Pescara, e mi sarebbe davvero piaciuto. L'Italia è la mia seconda casa e rappresenta tantissimo per me. Sono stato vicino al ritorno".

A proposito, nei prossimi giorni potrebbe finalmente diventare cittadino italiano.
"E' vero, non vedo l'ora. Presto sarò uno di voi a tutti gli effetti (ride, ndr). E' un peccato diventare comunitario soltanto adesso, se i tempi fossero stati più brevi oggi magari sarei in Serie A".

Se non da calciatore, almeno da turista in Italia ha avuto modo di tornare già lo scorso gennaio. Com'è stato? "Emozionante sia per me che per la mia famiglia. Ho incontrato tanti amici, a Roma come a Firenze, e mi sono divertito. Un gran bel salto nel passato".

Un arrivederci a quando?
"Spero presto. Voglio tornare in Italia prima o poi, da calciatore o a fine carriera. Ho già deciso infatti che, una volta appesi gli scarpini al chiodo, seguirò il corso a Coverciano per diventare allenatore".



Segue sempre la Fiorentina? Come giudica la stagione dei viola?
"Certo, la seguo sempre con grande passione. Mi aspettavo molto di più da tutti, sono sincero. La Fiorentina ha una rosa di qualità che non rispecchia per niente il suo andamento. E' stata una stagione sfortunata, difficile e sorprendente, soprattutto alla luce degli ottimi risultati che Paulo Sousa era riuscito a ottenere lo scorso anno".

L'addio di Sousa alla Fiorentina è ormai certo, chi vedrebbe bene in panchina il prossimo anno?
"Ci sono tanti candidati rispettabili, ma il mio preferito è Maurizio Sarri. Il suo calcio mi piace tantissimo, ogni volta che posso e ho tempo mi piace vedere le partite del Napoli. E' lui il mio sogno per la panchina viola".

Al di là della questione tecnica, alla Fiorentina sembra mancare da anni quel qualcosa in più per alzare definitivamente l'asticella. Di cosa si tratta secondo lei?
"Forse uno stadio di proprietà. Abbiamo visto quanto possa essere utile, la Juventus ne è un esempio lampante. La famiglia Della Valle, soprattutto Andrea, ci è sempre stata vicino soffrendo insieme a noi. Se le permetteranno di realizzare il nuovo stadio, allora sì che potremo vedere una Fiorentina finalmente vincente".

Quella semifinale di Europa League contro il Siviglia nel 2015 resta uno dei momenti più brutti della sua carriera?
"Assolutamente sì. Avrei voluto giocare la finale, sono sicuro che se tornassimo indietro potremmo battere il Siviglia, perché tra noi e loro non c'era un divario così grande. Fu un'eliminazione dolorosissima”.

Magari con Rossi e Gomez insieme?
“Senza dubbio. Quella doppia sfida accrebbe ulteriormente il rimpianto di non aver avuto Rossi e Gomez a disposizione per tutta la stagione. Sono convinto che sarebbe potuta essere un'annata storica per la Fiorentina, con quei due in forma là davanti e l’ottima squadra che c’era dietro in pochi ci avrebbero fermati". 

Se le chiedo invece il momento più felice, cosa le viene in mente?
"La vittoria della Coppa America del 2015. Il Cile non aveva mai vinto nulla e ho provato quindi emozioni indescrivibili. Il calcio cileno si è sviluppato a dismisura negli ultimi anni, anche grazie a quell’impresa".

A 37 anni, spera ancora in una nuova chiamata da parte della Roja?
"Ci spero, sono sincero. Sono una persona molto autocritica e, se ci credo ancora, è perché so che potrei essere d’aiuto. Mi auguro di ritrovare la Nazionale, perché con la U sono tornato a giocare con continuità e, cosa più importante, a divertirmi".

Vincere con la U, ritrovare la Nazionale e tornare in Italia, sono questi gli obiettivi del Pek?
"Esatto. Per ora la Serie A me la guardo in televisione, perché prima di tutto voglio vincere con la U e vestire di nuovo la maglia del Cile. Poi tornerò in Italia, questo è sicuro”.

Guarda le foto di FirenzeViola.it di David Pizarro con la maglia dell'Universidad de Chile: