L’ADDIO DI ANTOGNONI, VICENDA TRISTE. E LA FIORENTINA NON CI GUADAGNA. NON C’È MAI PACE DA QUESTE PARTI. A MOENA SI APRE IL CANTIERE ITALIANO. ZAPPACOSTA OBIETTIVO SEMPRE ATTUALE
Il calcio è un grande frullatore, trita tutto. Sogni e speranze, miti e carneadi. Un circuito schizofrenico che si alimenta nella sua follia. E’ trasversale, non esistono isole felici, semmai luoghi meno infelici. Firenze però è dannata, non c’è mai pace in riva all’Arno quando rotola il pallone.
Eppure assistevamo alle prove tecniche di ripartenza con un allenatore fresco, giovane, pieno di entusiasmo, entrato in corsa dopo la bufera Gattuso (giusto per non farsi mai mancare nulla). Presupposti, insomma, per aprire i polmoni e gonfiarli di aria frizzante. E invece anche stavolta un inciampo, l’addio di Antognoni. Via il sole, spazio alla burrasca. Certo, non una sorpresa, la notizia volteggiava ormai da settimane, ma la speranza provava da ancorarsi a terra, in attesa di una buona novella. Che però non si è materializzata.
Una sconfitta per la Fiorentina, inutile far finta di nulla. Perdere così la sua figura più rappresentativa è un errore. Se cercato sarebbe ancora più grave. Che ci guadagna la Fiorentina in questo momento da una vicenda così? Nulla, purtroppo. Solo discussioni e problemi che si addizionano ad altri. Quando invece la sottrazione delle criticità sembrerebbe l’unica strada da seguire. Come detto altre volte, la società ha il diritto di proporre quello che vuole, anche ridimensionamenti di ruolo, ben consapevole di andare incontro a problematiche chiare; così come l’interlocutore ha il diritto di rifiutare ciò che non ritiene consono alle proprie sensibilità. E’ tutto legittimo, ci mancherebbe altro. Il concetto semmai è un altro: a chi giova tutto ciò? Si sarebbe potuto evitare questo caos all’alba di un nuovo cammino? Si poteva confrontarsi con la storia attraverso altre modalità?
La proposta del club viola, cioè indirizzare Antognoni alla selezione dei talenti del vivaio non era sbagliata in premessa. Un’idea interessante, errata solo nei tempi. Un conto è cominciare a parlarne a gennaio, svilupparla nei mesi tra gli attori protagonisti, fino a presentarla un minuto dopo la conclusione del campionato. “Ecco la nuova stagione calcistica di Antognoni, progetto condiviso, sarà Giancarlo la luce del nuovo settore giovanile della Fiorentina”. Presentata invece ora, in tutta fretta, a poche ore dalla scadenza contrattuale è apparsa ai più come una retrocessione per Antognoni, sotto tutti gli aspetti, anche quello economico. Forse non era questa l’intenzione dei dirigenti viola, ma purtroppo il riverbero sui tifosi è stato proprio questo. La percezione diffusa è stata quella di un accompagnamento alla porta. Purtroppo spesso non conta quello che si vuole fare, ma quello che la gente capisce. Tra l’altro non si è compreso bene neppure quello che esattamente avrebbe dovuto fare Antognoni secondo il vertice del club viola. Il settore giovanile, infatti, ha già figure di rilievo come il responsabile Angeloni, i bracci operativi Cappelletti e Niccolini e infine Burdisso che proprio pochi giorni fa, nel presentarsi, aveva detto, sorprendendo tutti, che si sarebbe occupato tanto anche del vivaio. E allora ad Antognoni cosa sarebbe rimasto con precisione? Non lo sapremo mai perché le strade si sono divise definitivamente. Con la lettera di Antognoni nella quale ha spiegato che la proprietà non lo voleva più vicino alla prima squadra, tanto da averlo invitato anche a cedere il suo ufficio; con la nota della Fiorentina che ha espresso un profondo rammarico di fronte al diniego cortese di Giancarlo, certa la società di aver offerto al Capitano un ruolo di primissimo piano.
Un finale già scritto perché è emersa netta la sensazione di una realtà divergente, due rette parallele, la società e Antognoni, quindi non convergenti. Quello accade solo in politica e questa mesta narrazione non ha nulla di politico perché altrimenti sarebbe stata gestita diversamente.
Si volta pagina: i viola verso Moena, Antognoni verso la Federazione. Sicuramente col cuore pesante perché la Fiorentina è la sua vita, ma la vita va avanti. Tanto la storia resta, scolpita nella pietra. Quella non si compra, né si cambia.
Vincenzo Italiano oggi a Moena aprirà il suo cantiere anche se gli assenti non saranno pochi causa vacanze e infortuni. Il mercato decollerà ad agosto dopo che il nuovo allenatore viola avrà pesato la rosa messagli a disposizione dalla dirigenza. Siamo curiosi di vedere i lavori di questo cantiere. Italiano ci intriga, il suo modo di pensare il calcio sembra fatto alla perfezione per intercettare i raffinati gusti dei fiorentini. Che avranno visto vincere poco, ma in fatto di estetica non hanno nessuno al mondo che possa insegnare loro qualcosa. Italiano andrà accompagnato, difeso e stimolato. E assistito sul mercato.
Zappacosta, ad esempio, è un nome sempre caldo per la Fiorentina, un esterno che piace tanto e da molto tempo. Forse arriverà. Speriamo non da solo.