JOJO E BAGGIO, IL PARAGONE REGGE
Si scrive Stevan Jovetic, si legge Roberto Baggio. La vittoria sul Bologna ha riportato indietro di oltre vent'anni i tifosi della Fiorentina. Allora erano innamorati pazzi del Divin Codino, oggi hanno capito che quella per Jo-Jo non può essere solo una cotta. Il piacere di stare con il pallone fra i piedi, il gusto quasi infantile di giocare sempre per fare gol, la passione per l'assist e l'estrema correttezza in campo: sono queste tutte doti di Stevan Jovetic che appartenevano anche a Roberto Baggio. Il gravissimo infortunio subito dal talento montenegrino un anno fa (un campionato senza nemmeno un minuto giocato, un vero record di sfortuna) lo ha reso ancora più simile al grande Robi, la cui carriera ha rischiato di finire prima ancora di affacciarsi in serie A sempre per un grave infortunio al ginocchio. Firenze e i tifosi della Fiorentina, amanti troppo spesso delusi, non abbiano timore, possono innamorarsi di nuovo di un campione come Jovetic. L'esultanza dopo l'assist per Cerci, i tentativi insistiti dei compagni di farlo segnare, quella fascia da capitano passatagli da Gamberini (ottima la scelta di società e tecnico di imporlo come vice nonostante la lunga assenza dai campi) sono stati tutti segnali di un amore che sta nascendo anche all'interno della squadra. Ora Jo-Jo va accompagnato in questa sua seconda vita calcistica, protetto dalle rudezze degli avversari, difeso dalle critiche dopo le partite meno brillanti: in poche parole, amato a prescindere. Perché andare a vederlo giocare sarà sempre un divertimento e Firenze può essere di nuovo orgogliosa di avere un giocatore così nella propria squadra del cuore Un gioiello invidiato anche dalle squadre più grandi, in Italia e nel mondo. Proprio come succedeva oltre vent'anni fa con Roberto Baggio.
Simone Nozzoli