GOMEZ È ARRABBIATO MA DEVE DARE DI PIÙ. LA FORMA MIGLIORE È ANCORA LONTANA. IL PROBLEMA DELLA FIORENTINA È IL GOL, NON IL GIOCO. E RICORDIAMOCI CHE SIAMO SOLO ALLA SECONDA GIORNATA...
Il rischio adesso è che la mancanza di equilibrio di un ambiente meraviglioso, ma schizofrenico, prenda il sopravvento. Ieri abbiamo ascoltato una battuta di un tifoso, amara ma vera. "Meglio sia andata così, perché se avessimo vinto due partite, ora si parlerebbe di scudetto sicuro...". C'è molta saggezza in questa affermazione perché Firenze pallonara è fatta così: ama alla follia la Fiorentina, non conosce la parola equilibrio. In riva all'Arno esaltazione e depressione spesso sono divise da un segmento di poche ore... La peggior cosa che potrebbe accadere ora, sarebbe quella di aprire la porta al catastrofismo, preconizzando scenari apocalittici e istruendo processi sommari ad allenatore, dirigenza e squadra.
Certamente a questi primi 180 minuti di campionato mancano due protagoniste sicure: Napoli e Fiorentina. Almeno la squadra di Benitez una partita l'ha vinta - a Marassi contro il Genoa al 50' della ripresa... -, i viola nemmeno quella. Zero gol fatti, due subiti e la miseria di un punto in classifica. Il bilancio è negativo, non ci sono dubbi. Il campanello di allarme è suonato, lo hanno sentito tutti. Ma da qui a dire che la Fiorentina farà una stagione anonima, ce ne corre, soprattutto non ci sono i presupposti per sparare una sentenza così netta.
I viola hanno alcuni giocatori ancora lontani dalla loro forma migliore.
Gomez su tutti, ma anche Borja Valero e Pizarro non scherzano. Senza dimenticare che l'unico fuoriclasse della squadra, Pepito Rossi, starà fuori 4-5 mesi. Se analizziamo la partita col Genoa, dove sicuramente non abbiamo ammirato la Fiorentina migliore dell'era Montella, ci accorgiamo che i viola hanno creato almeno 6 palle gol autentiche. Dunque davanti a Perin - che a Firenze raggiunge sempre livelli di esaltazione, complimenti di cuore - la Fiorentina c'è arrivata, pur con tutti i limiti attuali. Allora la sintesi è banale: più che di un problema di gioco, qui pare ci sia un deficit di gol. Con un attaccante reattivo sotto porta forse a Firenze adesso si farebbero altri discorsi, improntati all'ottimismo sfrenato.
Tocca a Gomez: non solo a lui, ma soprattutto a lui. Ieri quando è uscito dal campo al 12' della ripresa il suo volto era tutto un programma. Era infuriato: chi lo conosce bene sussurra che da tanto tempo non lo vedeva così arrabbiato. Già nel dopo partita di Roma non era felice per come avevano giocato lui e la squadra. Il tedesco ha le proprie ragioni, ma lui per primo deve cominciare a dare di più al gruppo. Montella, poi, dovrà essere bravo e rapido nel costruire un gioco che tenda ad esaltare le indubbie qualità realizzative di Mario.
Il cammino è appena iniziato, la Fiorentina non brilla, ma solo perché alcune cose vanno messe a punto.
Siamo ancora convinti che i viola siano competitivi. Aspettiamo conferme.
Mario Tenerani