A GENNAIO CENTROCAMPISTA E DIFENSORE. ORA LA PAROLA PASSA ALLA SQUADRA. SARÀ IL CAMPO A STABILIRE LA BONTÀ DEL MERCATO. LO SCETTICISMO SI SCONFIGGE CON I RISULTATI

05.09.2015 00:00 di  Mario Tenerani   vedi letture
A GENNAIO CENTROCAMPISTA E DIFENSORE. ORA LA PAROLA PASSA ALLA SQUADRA. SARÀ IL CAMPO A STABILIRE LA BONTÀ DEL MERCATO. LO SCETTICISMO SI SCONFIGGE CON I RISULTATI
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© foto di Federico De Luca

Si può essere più o meno d’accordo con le parole di Pradè, ma ci sono alcuni passaggi che meritano di essere sottolineati: il diesse viola è venuto in sala stampa e ha parlato per un’ora, senza rinunciare a nessuna risposta e senza il cronometro in mano. A dimostrazione che le conferenze stampa, quelle importanti, non possono essere regolate dalla tirannia di una clessidra.
Pradè ha dovuto recitare la propria parte, prendendosi anche delle colpe, pur di provare a costruire qualcosa in vista di un futuro abbastanza incerto. Se ci sono stati errori, sono di tutti i manager. Così come se ci sono meriti, questi sono da dividere. Si può non condividere tutto quello che ha detto il diesse viola, ma almeno ha provato a chiarire alcune cose. Mettendoci la faccia.
Restiamo dell’idea che la coperta sia corta, in difesa s’intende, e che la squadra non si sia rinforzata. Anche perché - le cifre sono di Pradè - il monte ingaggi ha subìto una decurtazione del 30 per cento. Difficilmente una formazione migliora abbattendo in modo così drastico il tetto stipendi. Ma se lui è veramente convinto, la sua opinione va rispettata e passata al vaglio del campo. Perché ora la parola sfila sui piedi di Sousa e della sua banda.
Saranno campionato, Europa League e Coppa Italia a stabilire se la ragione apparterrà a Pradè (proprietà e dirigenza viola) oppure al partito degli scettici che in città corre per vincere le elezioni…
A cominciare da da sabato prossimo quando al Franchi arriverà il Genoa. Dopo Torino si sente il bisogno di un riscatto sul piano del gioco, ma soprattutto del carattere.
Non si comprende, poi, perché la società abbia procrastinato a gennaio ciò che sarebbe stato possibile fare oggi.

Pensiamo ad un difensore e pure al centrocampista: Pradè ci ha detto che il secondo è bloccato, mentre il primo uscirà da una rosa di due obiettivi certi. Quindi le idee sono più che chiare. Forse - è un nostro pensiero - tutto è stato rimandato all’alba del 2016 per una mera questione di bilancio. Nell’era del fair play finanziario - regola, ci pare, applicata a targhe alterne… - anche pochi mesi diventano decisivi. Altrimenti non ci sarebbe nessun motivo per rimandare a domani, ciò che sarebbe stato molto utile oggi. Tutto dipenderà, naturalmente dalle condizioni in cui arriverà la Fiorentina al prossimo gennaio. Anche questa è una scommessa…
Il calcio non è cambiato. Neppure Firenze. Alla fine sono i risultati la miglior medicina per curare i mal di pancia diffusi e lo scetticismo. E’ innegabile, piaccia o no, che una parte della tifoseria viola - non sappiamo in che percentuale - sia scontenta. Ci sono tanti segnali inequivocabili. A quella parte si risponde solo con le parole del campo. Gioco e risultati. Basta poco a Firenze per riaccendersi. E questa, sia chiaro, è una gran fortuna per chi deve far calcio a questa latitudine.