KAKA, Siamo vittime dei calendari
Dalla partecipazione o meno alla prossima Champions League dipenderà gran parte del futuro del Milan: la permanenza di Gennaro Ivan Gattuso, l'arrivo di Ronaldinho dal Barcellona, l'ingresso di capitali nella società di via Turati. Scacciate le voci di mercato che lo riguardano insistentemente in quel della penisola iberica, Ricardo Kakà rimane il fulcro del Milan ancelottiano. Quello campione del mondo, vincitore della finale di Atene e di altre meraviglie in bacheca. Perché se ne aggiungano altre non si deve più fallire. Si deve innescare l'automatismo dei tre punti a partita fino al 18 maggio. Mentre la Fiorentina medita di far compere da Champions: "La vittoria nel derby ha un sapore speciale; i primi anni vincevamo sempre, ora sono 2 o 3 anni che le cose sono cambiate, ma cerchiamo di vincerlo quest'anno che è importante".
Ricardino gioca una media di 60 partite a stagione, nazionale compresa: "Sono troppe partite sì, ne parliamo tra noi. I giocatori si stancano anche come motivazioni. Giochi sempre e avere sempre la stessa motivazione non è facile. Chiediamo che ci diano una mano. Gli infortuni sono un riflesso di questi calendari".