MALDINI, Della Valle è un signore
Fiorentina-Milan non si è disputata, rinviata a data da destinarsi a causa del maltempo. Una partita, questa fra i rossoneri e i viola, che riveste un'importanza particolare per l'ex capitano del Milan Paolo Maldini e per il club rossonero tutto.
Nella scorsa stagione, infatti, Fiorentina-Milan è stata la gara l'ultima gara da calciatore di Maldini, e l'ultima in rossonero di Kakà e del tecnico Carlo Ancelotti. Maldini ha ricordato quei momenti ai microfoni di Sky Sport durante lo speciale "Paolo Maldini si racconta"...
Fiorentina-Milan dell'anno scorso é stata la partita dell'addio: ce la racconti in breve? "E' stata una settimana dura, piena di polemiche. Tutti speravamo di poter festeggiare la domenica prima l'ingresso in Champions League e invece è stata una settimana piena di tensioni però il destino ha voluto che fosse così. Ho sempre sperato di giocare la mia ultima partita, non in una partita di addio, ma in una partita che contasse qualcosa. E in questo sono stato fortunato, è stato così, abbiamo vinto e c'è stata la dimostrazione d'affetto da parte di un pubblico che non sempre c'è stato amico, almeno parlando di colori. Anche da parte del Presidente Della Valle, un vero signore, c'è stata una disponibilità totale verso la mia famiglia nel mettere a disposizione tutto. La conseguenza è stata una fine di carriera bella, che ho goduto, perché credo che sia normale avere dalla propria parte i tifosi della propria squadra e un po' meno ricevere un omaggio del genere in uno stadio avversario".
E' stata la partita degli addii, non solo il tuo ma anche quello di Ancelotti e Kakà. Ci racconti le lacrime nello spogliatoio? "E' normale, si era "rotto" un gruppo che ha vinto e un gruppo coeso, altrimenti non saremmo arrivati a tanti risultati! E quindi c'era senza dubbio la sensazione che qualcosa si fosse staccato. E' normale. Sono piccole svolte all'interno dello spogliatoio e di un ambiente che era una cosa unica".
Quando hai saputo di Ancelotti? "Un po' prima".
Cosa vi siete detti? "Secondo me era giunto anche per lui il momento giusto di andare via. Aveva l'occasione di andare in due grandi club: Chelsea e Real Madrid. E lui ha scelto il Chelsea. Gli ho detto: "Magari se stai qua l'anno prossimo non avrai questa fortuna perché magari ci andrà un allenatore che farà bene e non ci sarà più questa possibilità". Credo ci fosse stato qualche contatto anche l'anno prima ma gli ho detto: "Carlo, io devo fare ancora un anno. Per favore, rimani con me". Quest'anno era anche lui deciso a fare questo passo, anche se non è mai una decisione facile lasciare il proprio paese per andare a fare un'esperienza bella sì, ma in un mondo complicato e completamente diverso".