VISTA DALLA CURVA, Una domenica bestiale

La partita vista dalla Fiesole
03.10.2011 00:00 di  Vedo Viola   vedi letture
V.V.
V.V.
© foto di Firenze Viola

Ci sono momenti in cui il destino ti riserva brutti scherzi, e avresti voglia di stare lontano da tutto e tutti. Per fortuna che poi arriva il giorno della partita, che ti permette di staccare un po' dai problemi di tutti i giorni. D'altra parte lo stadio, e la curva in particolare, è un'ottima valvola di sfogo in certi casi.
L'estate quest'anno sembra non voler finire mai, e il sole anche oggi picchia duro. Prendo la maglietta più leggera che ho e mi avvio così al Franchi, con la speranza di avere una gioia almeno da lì.
Arrivo più tardi del solito, e sembra che ci sia una buona atmosfera. D'altra parte la gagliarda prova di Napoli è stata un'iniezione di fiducia per tutto l'ambiente, e c'è grande attesa per una sfida da provare a vincere a tutti i costi. La Fiesole sembra piena, quasi come nei giorni migliori, e anche il resto dello stadio offre un colpo d'occhio accettabile. Certo però che, da inguaribile ottimista innamorato della Viola, avrei sperato in un'affluenza ancora maggiore. Guardando la presenza di tifosi ospiti però, anche questa inferiore al passato, mi rendo conto che sono proprio i tempi a essere cambiati. Pazienza, io continuo a preferire la curva alla tv, sarò all'antica. Intanto arriva anche ADV, accolto da applausi.
Alla lettura delle formazioni bordate di fischi verso Klose, che mi ricorda una delle trasferte più amare della mia "carriera", nonché uno dei furti più clamorosi che abbia mai visto. Una ferita che brucia ancora, a due anni e mezzo di distanza. Alla lettura della nostra formazione, a Montolivo viene riservato lo stesso trattamento di Klose: forse un po' eccessivo, ma ormai non fa più notizia.
Si comincia, mentre davanti a me c'è gente che gronda di sudore e chi addirittura ha portato l'ombrello, per la serie la prudenza non è mai troppa. Ombrello che torna utile per parare il sole, tipo dama dell'ottocento. Anche se il mio amico di nobildonna ha veramente poco.


Il tifo parte subito bene, la gente ci crede e cerca di spingere la squadra a dare il massimo. Alla prima occasione si va in vantaggio, manco a dirlo col solito Cercione, e per il sudore e l'esultanza ci si appiccica con quelli accanto. Ma chi se ne frega, s'è segnato e il resto non conta. La reazione della Lazio non crea eccessive preoccupazioni, ma Hernanes ci castiga poco prima della mezz'ora, con la complicità del settore destro della nostra difesa. La Squadra perde brillantezza, e si spera nell'intervallo. Se non altro ci si va a dare una rinfrescatina.
La ripresa vede una Lazio che manovra bene, mentre i nostri agiscono soprattutto in contropiede.
A un certo punto arriva il tanto sospirato gavettone, ma il genio in questione (lo stesso dell'ombrello) me lo tira all'altezza dei polpacci. Il risultato è testa in ebollizione e piedi fradici: il massimo. E poi con questi comodissimi seggiolini si scivola che è una bellezza.
Entra il Tanque, che gode della simpatia del pubblico, ma fa già discutere dal punto di vista tecnico. Gli serve ancora tempo ma c'è già chi profetizza: "Questo ci farà rimpiangere Castillo". Sorrido, do una controllatina a gioielli di famiglia, e penso a come sarebbe se fosse proprio i'Tanque a decidere la sfida. Fantasie che volano libere. Purtroppo Cerci prima e lo stesso Tanque poi, si divorano due clamorose occasioni per il nuovo vantaggio.
Dopo la mezz'ora, la Lazio invece che accusare la stanchezza sembra più fresca, e nel finale arriva la beffa. E che beffa sarebbe se non segnasse Klose. Così quella che doveva essere una valvola di sfogo finisce per peggiorare le cose: la degna conclusione di un weekend bestiale, meno male che domani torno a lavorare.