UN DERBY PARTICOLARE PER MOLTI, SE NON PER TUTTI

La partita tra Fiorentina e Bologna negli ultimi anni ha sempre avuto un significato speciale. Non tanto per i valori dimostrati in campo (negli ultimi 6 scontri tra le due squadre si contano 5 vittorie viola ed un pareggio), ma perché questa partita è sempre arrivata in un momento significativo, specie per la Fiorentina.

E quest'anno non sembra poter fare eccezione: a Bologna Pioli e i suoi calciatori si giocano tanto del proprio futuro, poiché dopo i 4 pareggi consecutivi sarebbe un forte handicap nella corsa all'Europa uscire dal Dall'Ara senza punti. Forse anche solo con un punto solo.

Così, tra passato, presente e futuro, sarà un "Derby dell'Appennino" particolare per molti.

In primis per Stefano Pioli, visto anche e soprattutto il suo passato in rossoblu. Per il tecnico viola passare dal capoluogo emiliano è sempre un po' speciale: è sulla panchina del Bologna che ha iniziato la sua carriera da allenatore, seppur in Primavera, ed è sempre in rossoblu che ha totalizzato oltre 90 panchine tra Serie A e Coppa Italia.

Poi per Pantaleo Corvino. Nella sua parentesi (da dicembre 2014 a maggio 2016) al Bologna, l'attuale direttore generale della Fiorentina ha vissuto anni significativi portando in rossoblu giocatori che tuttora vestono quella maglia, come ad esempio Destro, Mbaye e Pulgar.

Infine Federico Chiesa. Il prossimo capitano della Fiorentina (per la prima volta con la fascia al braccio dal 1' minuto domenica contro i felsinei) realizzò lo scorso anno a Bologna uno dei suoi più belli e importanti gol della sua breve carriera, tirando fuori dalle sabbie mobili una squadra allora in difficoltà. Le premesse per ripetersi anche quest'anno ci sono tutte, sta a lui far vedere se Bologna è davvero una città del suo destino calcistico.

Così come sembra esserlo, almeno negli ultimi anni, per tutta la Fiorentina.