TRA LE GRANDI D'EUROPA
Brividi e lacrime di gioia. I Viola tornano in Champions League. Sembra un sogno, sembra impossibile da quanto è vero e tangibile. Le spalate nella neve dell'Umbria, le liti con il Martina per il ripescaggio, le notti insonni in attesa dei responsi della giustizia sportiva paiono un ricordo lontano decenni ora che la Fiorentina è tra le 32 grandi d'Europa. Il quarto posto ottenuto tre mesi fa in extremis sul Milan e l'affermazione nel doppio scontro con lo Slavia scacciano via il ricordo dei momenti difficili, che, tuttavia, non possono e non devono essere dimenticati, perché, come ha sottolineato il Presidente Andrea Della Valle, il raggiungimento di un traguardo così importante ha ancora più significato proprio perché ottenuto attraverso la sofferenza. Senza tralasciare il fatto che non sempre il male viene per nuocere: senza i fatti di "calciopoli" la Fiorentina in Champions League ci sarebbe potuta arrivare sia l'anno scorso che due anni fa; e invece si è dovuta accontentare di una sola partecipazione alla "coppetta" UEFA; che però, soprattutto alla luce della prestazione fornita dalla squadra questa sera, appare sempre più come un'esperienza preziosa. La Fiorentina scesa in campo all'"Eden" non è stata ne' spavalda ne' autoritaria, ma di sicuro non è apparsa impaurita, come lo fu, invece, qualche mese fa a Liverpool.
E' stata quindi sì una scalata dura e straordinaria, quella che ha portato la Fiorentina dal fango della C2 al tetto d'Europa, ma allo stesso tempo, a differenza di quanto avvenne nove anni fa, per niente casuale. Grazie ad una società che ha fatto investimenti "pesanti" nei momenti giusti, ovvero quando c'erano in gioco il ritorno in Serie A e poi quello all'Europa che conta, sia la città che la squadra possono ora accedere al massimo torneo continentale affermando, senza presunzione ma con consapevolezza, "siamo pronti". Certo, questa squadra, e qui veniamo al dato squisitamente tecnico, deve ancora crescere, ma forse da oggi, qualche voce di mercato potrebbe iniziare ad affievolirsi. Sono andati molto bene i nuovi, è vero, soprattutto Felipe Melo e Vargas; ma gli eroi di Praga sono stati soprattutto i ragazzi della "vecchia guardia", a cominciare da Dario Dainelli, apparso deciso e concentrato come non lo vedevamo da tempo, e Marco Donadel, il quale, entrato in campo nella fase più delicata della gara, ha preso a rimorchio la squadra e l'ha condotta in un porto sicuro. Tra poche ore sapremo quali saranno le avversarie della Fiorentina nella fase a gironi, tra pochi giorni se ci sarà ancora un "botto" di mercato o qualche partenza più o meno eccellente; comunque vada i tifosi viola possono dormire sonni tranquilli. Magari sognando lo Stadio "Franchi" nel quale risuona quella famosa "musichina" che a Firenze piace così tanto.