SE QUESTA È L'EMERGENZA...
La lista degli indisponibili, prima di Atalanta-Fiorentina, un po' di preoccupazione la suscitava. Il forfait in extremis di Ljajic, poi, di certo non ha aiutato a rasserenare gli animi. Vincenzo Montella è stato costretto a schierare un undici titolare quantomai rimaneggiato, ridisegnando la posizione di molti giocatori all'interno dello scacchiere tattico. Scelta dettata dalle assenze, certo, ma sono stati in molti, al momento dell'annuncio delle formazioni ufficiali, ad aver avuto più di un dubbio.
Dubbi mai come in questo caso infondati, verrebbe da dire. Al di là delle difficoltà tattiche riscontrate nella prima parte di gara, la squadra ha sopperito alle defezioni dei vari Jovetic, Savic, Tomovic (lo stesso Ljajic all'inizio) con una naturalezza quasi inaspettata. Merito prima di tutto di Montella, che ha saputo individuare i giusti sostituti ed apportare le adeguate correzioni al gioco della squadra. Nell'ottima prova generale, in particolare tre sono state le note liete. Marvin Compper, inizialmente schierato sul centro sinistra nella linea difensiva a tre, ha dato risposte molto più che convincenti. Oltre al fisico ed al senso della posizione, ha dimostrato di saper dialogare palla al piede, rendendosi utile anche nell'impostazione del gioco. Attenzione, la sensazione che si possa trattare dell'ennesimo capolavoro della coppia Pradè-Macia, non è priva di fondamento. Momo Sissoko, partito per la prima volta in questa stagione dal primo minuto, dopo un primo tempo particolarmente sotto tono, ha fatto intendere di essere giocatore prezioso e particolarmente utile con la sua fisicità. Una volta riacquistata la piena forma fisica, saprà fare la differenza in mezzo al campo. Chiusura su Marcelo Larrondo. Ogni giudizio su questo giocatore è subordinato al gol messo a segno per il definitivo 2-0. Potenza, controllo, precisione, freddezza. Chiamato in causa, ha risposto alla grande.
Infine menzione d'onore per Adem Ljajic. Senza mezzi termini, il suo ingresso ha risolto la partita. Già questo aspetto fa capire quanto il talento serbo sia cresciuto (e maturato) rispetto alla scorsa stagione. Sembra incredibile dirlo, ma in questo momento è lui il faro ed il vero simbolo della rincorsa viola verso l'Europa. Ieri, se c'è stata emergenza, noi certamente non l'abbiamo notata. Ed il merito, più di altri, è sicuramente suo.