SANTANA: I PERCHE' DELLA CRISI
Mario Alberto Santana non dribbla. Balla in tango. Muove con grazia e letizia il bacino, le anche, le gambe. Salta gli avversari con questa sua lenta danza barcollante, sfrontata e sfacciata. Chiedere a Nesta per la conferma, quando con un tocco di fino lo declassò a ruolo di comprimario di Serie B in quel di San Siro.
Argentino doc, approda in Italia dal San Lorenzo. Prima tappa della sua avventura nel Belpaese è Venezia ma ad osei e lagune dimostra di preferire cannoli e spiagge di Mondello e dintorni. Dopo una stagione al Palermo, si trasferisce all'ombra dell'Arena, al Chievo, dove è uno degli artefici della stagione miracolosa dei Mussi Volanti. La nostalgia del clima delle Pampas torna a farsi sentire ed ecco che il ballerino di Comodoro Rivadavia fa rientro alla corte di Zamparini. Due stagioni di ottimo livello, condite però da qualche infortunio di troppo.
Già, gli infortuni. Correva l'estate 2006, e la Fiorentina era alla ricerca di un esterno tutto pepe per l'ormai celeberrimo gioco sugli esterni di Cesare Prandelli. La scelta ricadde su Santana ma quel leit motive chiamato infortunio iniziò a risuonare come una tediosa nenia anche nelle orecchie dei tifosi gigliati.
Il ginocchio iniziò a ballare, ma non come avrebbe dovuto, tanto che il buon Mario Alberto decise, suo malgrado, di piantare le tende in infermeria.
"E' la stagione del riscatto" tuona Santana in quel di Castelrotto. La fame di rivincita, di far bene, di essere finalmente utile alla causa viola era tanta. Le attese, però, non sono state rispettate. I balli di Santana proseguono a stento e l'infermeria si rassegna al suo ruolo di ospite fisso. In campo, exploit di Livorno e San Siro a parte, stentano ad arrivare dribbling ubriacanti e tocchi di fino, piuttosto fioccano partite dove l'insufficenza è di casa.
Caso o casualità? Due termini che possono sembrare affini ma con l'accezione con cui si intende il primo. Caso inteso come "problema", come "giocatore che dovrebbe dare ma non dà". Santana ammette candidamente di "aver paura di sbagliare" e questo denota problemi psicologici che vanno di pari passo con quelli fisici sopra citati. Un caso vero e proprio, dunque, un giocatore che la Fiorentina ha aspettato e cercato di risollevare con cura, pazienza e tenacia ma che, al 18 aprile 2008, ha regalato purtroppo solo un centesimo delle sue potenzialità alla causa viola.
Santana ha dichiarato di "voler restare a Firenze" anche se è conscio che non dipenderà dalla sua volontà. Dipenderà tutto dalla pazienza con cui la Fiorentina deciderà o meno di trattenerlo oppure di cedere alle richieste che stanno arrivando dall'Inghilterra. Dipenderà tutto da quanto Prandelli, Corvino e compagnia cantante, credono ancora di poter vedere l'esterno argentino danzare in campo con la maglia viola o piuttosto quanto sia il caso di fargli disputare a breve "L'Ultimo Tango a Firenze".