OCCHI PUNTATI SU, Felipe Melo nel ruolo di Santana?
Cesare Prandelli non ne ha mai fatto mistero: "Santana è l'unico giocatore che può giostrare indifferentemente nei due moduli che di solito adottiamo (il 4-3-3 ed il 4-3-1-2 n.d.r). Anzi, Mario è il solo che mi permette di passare senza problemi da uno all'altro anche a partita in corso." Un'investitura ufficiale quella del mister viola per l'argentino che, ahimè, ieri a Bologna ha riportato un grave infortunio (microfrattura a tibia e perone ed interessamento al crociato) per un'entrata poco ortodossa di Zenoni. Il problema della sostituzione del "gaucho" esiste, concreto, e Prandelli deve estrarre dal cilindro il classico coniglio. Il ruolo di Santana (per i più distratti quello di centrocampista tra le linee, una via di mezzo fra il trequartista e la mezzala) è il perno sul quale si poggia il nuovo sistema di gioco della Fiorentina, il 4-3-1-2 appunto, dove il movimento dell'argentino, ora a destra, ora a sinistra, ora al centro a portare il pressing sul portatore di palla avversario, assume un'importanza basilare e richiede grande esperienza e dispendio di energie. Alla luce di queste caratteristiche è già naufragato, qualche mese fa, l'esperimento Kuzmanovic, troppo indisciplinato tatticamente e poco ragionatore. Niente da fare anche per Donadel, sprovvisto di quella proprietà tecnica che occorre per fornire assist e verticalizzazioni alle due punte. Non può farlo Jovetic, da Prandelli considerato un attaccante, ed anche lui troppo acerbo nella veste di play-maker. Poi ci sarebbe Martin Jorgensen, forse l'ideale condensato di tutti i papabili che abbiamo nominato, ma non è una via praticabile nell'immediato. C'è un solo nome a nostro parere credibile, ed è quello di Felipe Melo. Ah, dimenticavamo l'ipotesi Montolivo, che si riapproprierebbe della sua antica posizione dai tempi delle giovanili dell'Atalanta. Il "talento di Caravaggio" sta dimostrando una maturità, fino a qualche mese fa, difficilmente pronosticabile ed una condizione fisica eccellente. Sulla proprietà tecnica beh...niente da eccepire. Riteniamo, però, che sarebbe un rischio spostarlo di nuovo da una zolla di campo, quella di esterno sinistro, che al momento sembra di gran lunga il suo vestito migliore, assicurando alla squadra qualità e copertura al tempo stesso.
Felipe Melo dicevamo. Ricordiamo come il neo convocato da Dunga abbia già ricoperto quel ruolo con ottimi risultati nell'Almeria dove, nell'ultima Liga, aveva realizzato ben 7 reti. Lui stesso, ad inizio stagione, confessava di aver bisogno di tempo per assimilare il cambio di posizione a cui lo aveva sottoposto Prandelli, arretrandolo di una ventina di metri a protezione della difesa. Piedi buoni, forza fisica, tiro da fuori, gran movimento sull'intero fronte d'attacco, tutto questo è nel repertorio di Felipe che, ne siamo certi, si metterebbe immediatamente a disposizione per questa nuova avventura tattica in maglia viola. E allora, chi scalerebbe a mediano davanti alla difesa? Anche quì la scelta avrebbe una sua logica nella candidatura di Marco Donadel o, in seconda battuta, di Sergio Bernardo Almiron che in questo momento però appare un pò ai margini della prima squadra. In pratica si riproporrebbe il rombo già provato con alterne fortune da Prandelli che, stavolta, sarebbe interpretato da attori ben più specializzati e di provata esperienza. Del resto le alternative scarseggiano. Certamente va sempre di moda il 4-3-3 con un Semioli ritrovato, apprezzato addirittura in versione assist-man (leggi gli assist a Montolivo contro il Napoli e a Gilardino, ieri, al Dall'Ara). Oppure il vecchio 4-4-2 con Gobbi a sinistra, Semioli a destra e tre giocatori, Melo Montolivo e Kuzmanovic, il lotta per due maglie. Una cosa è certa: non abbiamo mai creduto alla cessione di Semioli, vero e proprio pallino di Prandelli (fra l'altro pagato, due anni fa, la ragguardevole cifra di 7 mln. di euro) e uomo buono per tutte le stagioni. Uno dei principi inderogabili del tecnico di Orzinuovi, infatti, è la duttilità tattica che devono avere le sue squadre ed il fossilizzarsi su di un solo modulo non fa parte del "credo" prandelliano. Adesso la Fiorentina è attesa da un calendario relativamente facile con Lazio, Chievo e Palermo in casa, Genoa e Reggina fuori prima del big match di San Siro contro l'Inter. Nel mezzo c'è l'Ajax per i sedicesimi di Coppa Uefa. Ci sarà bisogno di tutti, senza "orticelli" e gelosie sparse. La "rosa" è quella giusta e pure l'atmosfera (Prandelli dixit) è tornata quella giusta. E' giunto il momento di dimostrarlo.