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08.01.2011 00:00 di  Tommaso Loreto   vedi letture
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FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Morini

A questo punto, francamente, la prima necessità diventa quella di voltare subito pagina. Perdere troppo tempo dietro a quelli che sono stati gli strali della giornata di ieri lascia il tempo che trova. Bene ha fatto la Fiorentina a comunicare il percorso che intende percorrere. Bene farà se, altrettanto, manterrà con fermezza e decisione quello che almeno ora (perchè negli ultimi 12 mesi non lo è stato) sembra essere il diktat per il futuro: Mutu ovunque, mai in Italia. Resti pure ai margini, il fenomeno, a meno che non abbassi le pretese e porti la sua ingratudine in Turchia o in qualsiasi altro posto dove non si parli la lingua italiana. Leggere delle sue dichiarazioni sulla presunta irriconoscenza viola è forse più patetico che tradurre gli attacchi di Becali. Tanto che, a distanza di anni, forse mai come oggi è facile intuire come mai il patron Abramovich giurò guerra a Mutu tanto da arrivare a chiedergli 17 milioni di euro. 

Poco senso avrebbe bilanciare quello che la Fiorentina, in primis, e Firenze poi, hanno dato a Mutu. E altrettanto poco senso ha, oggi, tornare a ricordare cosa si scatenò quando Mutu, in anticipo, aveva già salutato il gruppo per prendere la via di Roma. La società viola sembra essere determinata come non mai nei confronti della linea da dura da tenere nei confronti di Mutu e dei Becali. Ed è più che condivisibile. Quel che resta, però, è ancora una volta solo e soltanto il campo. Serve tirarsi fuori, di nuovo, da una classifica brutta. Serve che tutti si scuotano, dal tecnico in giù. E, sempre più presto, serve anche un innesto che se non possa quantomeno arrivare al valore tecnico di Mutu, almeno ci si avvicini. Il mercato, in tal senso, è l'occasione migliore per dimenticare (per sempre) Adrian Mutu. La sua offensiva ingratudine è già un ottimo motivo, un colpo adeguato e un nuovo campione per Firenze (campione anche nella testa possibilmente) sarebbe l'ulteriore passo in avanti.