LO SFOGO, Caro direttore ti scrivo di Fiorentina...
Gentile Direttore, mi permetto di darti del “tu”, visto che ci conosciamo da qualche lustro (di cui tre trascorsi sui gradoni della Fiesole) e mi permetto, altresì, di condividere con te uno sfogo che mi porto dentro da tempo e che deciderai o meno di pubblicare a tua discrezione, così come per il mio nome, in fondo a questa mia.
Lo sfogo mi si è trasformato in “parola scritta” dopo la partita con il Milan di domenica sera. Dopo poco meno di 20 anni di abbonamento allo stadio, quasi tutti passati sotto acqua, sole a picco da due ore prima del calcio d’inizio, pioggia, neve, freddo, vento copioso nella “nostra” Curva Fiesole, come sai, per diversi motivi, non ultimo un po’ di pigrizia che non fatico ad ammettere, sono oggi, senza alcun vanto peraltro, un tifoso “da salotto”. Uno dei motivi però che mi tengono da qualche tempo meno vicino, che mi vedono meno “appassionato” al risveglio, il giorno della partita però, mi inizia ad essere chiaro, evidente, lampante. E qui mi infervoro parecchio! E qui decido di scrivere. In verità i motivi per disaffezionarsi a questo calcio sarebbero tanti e io ti vado a parlare di uno solo di questi motivi. Non voglio fare elenchi infiniti, cito solo qualche punto “storico”, quali i tornelli, le difficoltà logistiche sempre crescenti, i romanisti (esempio standard!) che vengono a spaccare tutto nonostante il divieto di esserci a vedere la partita, la disparità di trattamento patita da diversi punti di vista nel corso del tempo, penso ad Avellino sede della finale di ritorno per la finale di Uefa 1990, penso al fallimento di CecchiGori per “spiccioli”, rispetto ai continui salvataggi delle romane…, le bombe dei salernitani che ci tengono fuori dall’Europa ecc…. Mi fermo qua, altrimenti non arrivo mai al punto che mi preme. Che in questo calcio c.d. moderno, sarebbe, a mio parere, ben superabile da chi governa oggi la squadra di calcio della nostra città. E che ti vado ad esporre.
Una delle quali “cose” a cui i fiorentini tengono parecchio è la nostra squadra di calcio. Una città che tutto merita, anche la serie B, anche le gestioni Pontello e Cecchi Gori, anche Ovrebo guarda…ci può stare anche lui, ma MAI merita di essere presa in giro o trattata come si tratterebbe un bambino al quale non si vuole raccontare come stanno realmente le cose e lo si continua invece a confondere con discorsi vaghi e spesso in contraddizione tra loro e quasi mai suffragati dai fatti, successivamente. Partiamo dal presupposto che i fratelli Della Valle arrivano a Firenze anni fa e parlano da grandi personaggi, quali li ho sempre ritenuti e li continuo a ritenere. Fanno un discorso di impostazione che già all’epoca ritenni poco applicabile al calcio, ma pur facendo un tal discorso, relativo a moralità, tifosi “maturi” che non creano problemi di immagine e di ordine pubblico (oggi ormai prendiamo le bombe carta addosso dai tifosi juve, nessuno si risente sui giornali, anzi, dobbiamo leggere gli articoli che sottolineano 4secondi di coro antiheysel, una vergogna quel coro si, ma delle bombe che ci tirano nessuno commenta? Prendiamo le multe noi e nessuno fiata, siamo diventati bravissimi! Non ci mandano quasi mai in trasferta ma siamo gli unici a non avere un provvedimento disciplinare contro…qualcosa non quadra, al solito, ma lasciamo pur stare…). E poi progetto per gli ingaggi adeguati, pianificazione a medio lungo termine, politica dei bilanci onesti. Tolta qualche battuta, qualche ironia, qualche “rosicone”, nessuno o quasi si è permesso di contestare, anzi. Ci siamo sentiti fin da subito parte integrante di un progetto, responsabilizzati a sostenere una idea innovativa, paladini e fieri figli tutti quanti di una ventata di novità che, se tutto avesse funzionato, avrebbe rivoluzionato gli antichi concetti di spartizione scudetti fra le grandi “potenti”. Tutti insieme, decine di migliaia di abbonati, progetto serio. C2, B che fosse, poco importava insomma, lo spirito dei fiorentini su questa “cosa” è sempre stato questo, da quando mi ricordo.
Ma parliamo della mia “rabbia” di oggi. Sai da dove nasce? Dal sentire dentro di me il grande piacere domenica sera nel vedere quelle tre, quattro azioni ben orchestrate dal Milan, nelle praterie da noi concesse va bene, ma gran bei momenti di calcio. E dal sentire questo piacere come una cosa superiore alla delusione della sconfitta. E quando sento questa sensazione materializzarsi dentro di me, mi tornano in mente un sacco di passaggi che mi hanno portato a questa conclusione triste di oggi. Cioè io, proprio io, che piangevo, ragazzino, dopo il gol di Casiraghi a Torino in uno dei tanti 1-0 fuori casa, oggi, sono arrivato a godere del bel calcio del Milan, dando per scontato che la fiorentina è questa? E perché non c’è alcuna rivoluzione in corso nella città se la Fiorentina oggi è questa? E perché lo stadio che ho sentito è stato silente dal minuto 8 del primo tempo? Ah. Qualcosa non mi torna, dove siamo finiti? Mi ricordo di aver partecipato, poco più che bambino, alla giornata in piazza Savonarola invasa da tifosi mentre dentro nella Palazzina si vendeva Roberto Baggio alla Juventus. Mi ricordo l’aria che c’era, anche troppo sia mai, non sto incitando ad alcuna violenza sia più che chiaro. Sto solo confrontando uno spirito nel quale sono cresciuto come tifoso, uno spirito anche becero e ormai fuori tempo se vuoi, di allora, con una totale assenza di quello spirito oggi. Che ha lasciato spazio solo ad una alzata di spalle, all’assenza di gioia, di speranza, di “sogno”.
Allora mi interesso e vado a leggere un po’ che ne pensano di domenica sera quelli bravi, i tuoi colleghi giornalisti, la dirigenza. Ma poi, mi domando, è quel non presidente che a settembre 2010 dice "torno presidente", a novembre 2010 dice "a breve torno presidente" a gennaio 2011 in conferenza stampa...”presidente, tornerà presidente?” “…Di questo parleremo a salvezza acquisita". a marzo 2011 "in aprile tornerò presidente" in aprile 2011 e salvezza in tasca (e volevo anche vedere!) "entro 10gg si saprà quando ADV tornerà presidente"...sempre quello è? Mi sembra un incubo, una recita, e noi fiorentini siamo spettatori inutili, incidentali. Sta parlando di uomini pagati dalla società per giocare a pallone, per sudare per questa maglia e si pone (a metà aprile e perché non già da qualche tempo con un minimo di visione, di progettazione?) il dubbio che per quando riusciranno a riunirsi e prendere delle decisioni qualcuno potrebbe anche aver già firmato per altri? Si sentivano solo i milanisti domenica dalla Tv, cosa che mai sarebbe successa in anni addietro, A PRESCINDERE DAL RISULTATO SCRITTO SUL TABELLONE. E dopo un tale scempio, che per me resta la cosa più tremenda, il silenzio che ho sentito, la mancanza di “vita pulsante”…
Io mi occupo di altro nella vita: non so come si fa il mercato, né tantomeno come si gestisce un impero societario, la riparazione del Colosseo o come fare l’ospite a Ballarò spiegando a tutti come si dovrebbero fare le cose…per cui prendi il commento che segue come quello dell’ultimo dei tifosi da Bar. Ma, secondo me, hanno affidato tutto al solo sig. Corvino e al sig. Mencucci, che mai ritiene utile dire una parola, esprimere un concetto per i poveri tifosi che stanno qua a leggere i giornali vedere le trasmissioni e pendono dalle labbra di questi due personaggi. Hanno lasciato a loro tutta la gestione di una società che per loro sarà anche l’ultima di una serie infinita di attività imprenditoriali e quella dove si producono gli utili più bassi, ma per la mia città è un punto di grande interesse e passione. E questo lo trovo sconclusionato, quantomeno. Svilente. Irriguardoso. Anche nei confronti dei citati signori, che non possono occuparsi di tutto il sistema fiorentina, dalla scoperta dei nuovi talenti alla gestione dei rinnovi contrattuali, al mercato, alla disciplina di chi se ne va a giro per la “piccola” Firenze in ore in cui dovrebbe dormire. Questo per dire che, ecco, non andremo in Europa, non sapremo quando il presidente deciderà di fare il presidente (tanto se non spendi anzi intendi pure diminuire giustamente il monte ingaggi cambia poco che sia presidente o meno, per la verità!), ma che cavolo...la morte della Firenze calcistica che sento dentro di me e sento intorno a me non la tollero proprio. Mi sento in totale assenza di guida.
“CI SI DIVERTIVA DI PIU IN C2”, non è una cosa che un Presidente che ha sfiorato i meritati quarti di finale di champions league, vorrebbe sentirsi dire dal tifoso medio, credo. E se ascoltasse il tifoso medio, oggi come oggi, sentirebbe cose tipo "in quei giorni, almeno, i titoli dei giornali recitavano 'ore decisive per longo'", non sarà stato Baggio, ma almeno riuscivamo a sentirsi parte di qualche cosa con Mugnaini, il terzino del futuro, in fascia sinistra e Bismark in panchina. OGGI NON CI SENTIAMO PARTE DI NIENTE! Questo è il vero problema. Anzi, ho anche la sensazione che diamo pure fastidio, con le nostre polemiche continue tipiche fiorentine, con il nostro dividerci per fazioni, pro e contro Montolivo, Mihajlovic, Della Valle stesso. Sembra che alla fine non si sia cresciuti come avevano stabilito quasi anche perché Firenze non è la piazza adatta, troppo poco paziente…mi spiego?
Il vecchio progetto ha invece lasciato spazio al vuoto tecnico, l’assenza di sudore a fine partita su molti volti dei nostri giocatori, ha lasciato spazio al “supermercato Fiorentina”, per cui si assiste ad articoli provenienti da ogni dove sui nostri giocatori (“i contratti si rispettano” mi ricordo che fu uno dei primi capisaldo della gestione Della Valle, vedi anche l’inizio di questo mio sfogo), a comunicati della società a metà fra l’inutile e l’imbarazzato e spesso tesi a polemizzare con il singolo giornalista magari che aveva detto o scritto qualcosa che toccava la suscettibilità della dirigenza. Ad un Corvino sempre più isolato, sempre più “padrone”, nella forma, ma sempre meno con la situazione in pugno nella sostanza. Ad un Barreto acquistato alle 18.30 dell’ultimo giorno di mercato e non acquistato più mezz’ora dopo perché rotto. Ho capito…ancora siamo ad aprile e deve rigiocare…non so. Ma per tutto gennaio che abbiamo fatto? Boh. Abbiamo assistito ad un crescendo tecnico negli ultimi anni del quale possiamo solo ringraziare Claudio Cesare Prandelli (oggi forse iniziamo a renderci tutti conto appieno di cosa sia riuscito a tirare fuori, pur con i suoi difetti, dal materiale umano a sua disposizione), lo abbiamo lasciato andare via in modi che dopo 5 anni di successi, o 3 anni e mezzo che siano (compatibilmente alla nostra dimensione s’intende) e sorrisi mi sono parsi poco consoni (senza né ragioni né torti perché non so io e non sa nessuno come siano andate realmente le cose) ma insomma…non credo che in una società strutturata e seria certe cose sarebbero state date in pasto alla città a suon di botta e risposta sui giornali, creando peraltro 5mesi di vuoto tecnico totale, aria da smobilitazione che ancora oggi perdura e chissà quanti altri danni che ancora non si vedono del tutto. Magari la si poteva gestire lievemente meglio, anche la fine di una bella storia sportiva? Magari si poteva andare tutti davanti a Firenze a spiegare cosa stesse succedendo? O perché Mister e Patron e Presidente si stavano salutando? Sono l’ultimo dei romantici, io?
Parla Frey, risponde Corvino sui giornali, c’è aria di ripicche, gente fuori a ballare e cadere in provocazioni che portano alla rissa, gente ubriaca che si stampa in macchina, ma perché? Gente che se ne esce a dire “non so il mio futuro dove sarà” quando hai fatto 2gol in 3 anni, in 500tiri in porta, hai fatto 55 punti in una stagione e mezzo, sei 15esimo in classifica da un anno e mi vieni a dire che il tuo futuro…ma che siamo al circo? Ma pensiamo ognuno a fare il suo lavoro in silenzio e facciamo parlare chi è preposto a farlo. Ma non siamo in grado di gestire un gruppo di 20, 30 persone, adulte, ben pagate, per riuscire a saperle tutte a letto il giovedì e venerdì sera ad una certa ora? Per spiegare che da oggi, e fino a quando non sono passati due anni dalla partita vista in casa con il Lecce o a Roma con la Lazio a inizio campionato non parla più nessuno perché un simile spettacolo proposto da gente che si allena mediamente a 25anni non è tollerabile! Sia mai che faccio il moralista, sia anche qui chiaro, ma a me, onestamente, sembra incredibile. Non sembra una cosa così complessa dall’esterno farsi rispettare da dipendenti che paghi profumatamente. Pensiamo anche solo al tira e molla Mutu, roba da inorridire a livello gestionale. Hanno parlato tutti e non s’è mica ancora capito cosa sia successo in quei giorni a gennaio. E due estati prima, quando venne venduto alla Roma fino a che non lo venne a sapere il Mister…ovviamente. Ce lo ricordiamo?
Vengo alle conclusioni perché, come sai, Direttore, posso essere molto prolisso quando inizio a scrivere e mi infervoro! (e già lo sono stato). La conclusione è questa, secondo il mio modesto parere: è necessaria una rivoluzione societaria che punti al 90% sulla materia della COMUNICAZIONE. Perché crescendo, qualsiasi realtà aziendale di qualsiasi settore, non può permettersi di lasciare al caso il comparto della comunicazione, interna anzitutto, affinchè tutti sappiano cosa, quando e fino a che punto possono “esternare” e cosa succede se sgarrano. Oltre che sapere dove stanno andando. E per cosa lavorano, a grandi linee…
E poi, ovvio, verso l’esterno. Affinchè tutti sappiano quale sia l’organigramma aziendale, chi decide cosa, quando lo decide e quali saranno le “prese di posizione” strutturali della società nei prossimi 3 mesi, 6 mesi, 2 anni, 5 anni e via dicendo. Ripeto che qua nessuno vuole sentirsi dire per forza che verranno investiti 500 milioni di euro in 3 anni per comprare Messi, Rooney e Nilmar…ci dicano serenamente che puntiamo ad arrivare 4, 5, 6, 7 in classifica.
Scelgano una linea e che quella sia! Ma sentire un non presidente che dopo due mesi di silenzio interviene per dire “Firenze= Europa, non pensiamo a niente di meno” e poi aprire i giornali e leggere di Gila alla juve, Monto all’inter, Vargas a chiunque ci dia due euro per prenderlo, Santana (che quest’anno è l’unico che sembra metterci l’anima) non rinnova, Donadel allo sporting, no, alla lazio…boh. Noi siamo educati, Voi fratelli siate chiari, comunicativi: è un vostro dovere. Per non parlare dell’esempio di titolo “Della Valle salva il Colosseo”, non accompagnato da un minuto di spiegazione alla città di Firenze. Su questo punto peraltro, sarebbe fin troppo facile, ma anche sciocco perché non c’entra niente con il calcio e i progetti che possiamo ragionevolmente attenderci, fare dell’ironia o della polemica da “rosicone”.
Signori, la gente fa il calcio, la gente, non comandando niente, va messa in condizione di sentirsi parte di un progetto. Non so a Milano, non so a Licata, ma Firenze temo fortemente, perché me lo sento nelle vene che è così per me ed è così per molti come me, Firenze la conquisti solo trattandola da adulta e non prendendola a mezze informazioni dette sempre da una persona diversa e contraddette da chi parla il giorno dopo o dai fatti. E mi infervoro, perché da un Cecchi Gori non mi aspettavo niente di più e niente di meno. Bastava sentirlo parlare, nel bene e nel male, per comprendere le cose buone e i limiti. Dai signori Della Valle invece mi aspetto qualcosa di più. Perché mi rifiuto categoricamente di pensare che persone di tale calibro, siano così ingenue da gestire la comunicazione in questo modo a dir poco sconcertante, creando, e qui proprio bisogna che mi fermi, quel silenzio che Firenze non conosceva, quel vuoto di “sogno”, “aspettativa”, quel “friccico” del poter partecipare all’asta per un nuovo talento, che oggi viene accolta dal tifoso con “si vabè, tanto noi non si compra”. Quella speranza di cullarsi e allevarsi il proprio Jovetic, pensando che possa diventare una bandiera, invece di vederlo per forza accostato a chi gli possa offrire ingaggi mostruosi che noi SICURAMENTE non prenderemo nemmeno in considerazione di concedergli. Magari non lo si comprava nemmeno in altri anni il nuovo talento, ma almeno avevamo la speranza, il sogno, la gioia di concorrere. E magari, con una piazza viva, qualche uomo meno attento al solo denaro, può anche decidere che questa diventa anche la sua città e può decidere che vale la pena rimanere qui a giocarsi qualcosa a vita. Ma a giocarsi qualcosa che sia stato chiarito però. Se nessuno chiarisce niente, uno come Montolivo oggi…che deve fare? Fa anche bene ad andarsene insomma.
Oggi, a suon di scudetti del bilancio e mancanza di una chiara comunicazione per le questioni sportive, tecniche, quelle del cuore, quelle che fanno alzare dal divano e andare sotto la pioggia e il vento in Curva, non sognamo più. Oggi non sognamo più. E non ci arrabbiamo nemmeno più, anzi, la gioia nel vedere un bel Milan, diventa superiore alla delusione di aver perso la partita. E questa, non è, e non può essere, Firenze.
Daniele, Firenze.