LA GRANDE ATTESA

17.05.2008 00:01 di  Marco Conterio   vedi letture

Chiudi gli occhi e vedi il Camp Nou, il Santiago Bernabeu, l'Old Trafford. Li riapri e vedi che la porta dell'Olimpo del Calcio è lì, poco distante, socchiusa. La parola chiave per aprirla, è una sola, e a Firenze tutti aspettano domenica per digitarla: vittoria.
Quanta attesa. Il "day before" è sempre così: roba da perdere le unghie a suon di morsi, da fissare lo sguardo nel vuoto e da riempirsi la mente con quel solo, grandissimo pensiero. Firenze sogna, teme, freme, attende. Minuti, ore interminabili. Una settimana lunghissima, forse la più lunga. Torino non è sembrata mai così lontana, l'ultima gara di campionato mai così attesa.

Cinquemila tifosi invaderanno pacificamente l'"amica/nemica" Torino.
E lo faranno accolti dall'abbraccio dei "fratelli" granata, che non hanno più niente da perdere ma che, alla stregua di Napoli e Siena la scorsa settimana, vogliono onorare il proprio campionato al meglio, davanti al pubblico di casa. A Firenze, invece, niente megaschermo: ognuno chiuso nel suo piccolo rifugio, con tanto di amuleti, gesti scaramantici, fioretti per il futuro e cotillon vari, pronto magari ad invadere la propria città per una notte intera.

Il calendario dice "meno 1".
Questa sarà davvero la Partita. Quella più attesa, quella decisiva, il vero crocevia di una stagione che, in ogni caso, ha regalato gioie al pubblico gigliato. E lo ha fatto soprattutto grazie all'operato di Cesare Prandelli, per il quale spendere parole ed elogi sembra ormai diventato una banalità. Lo ha fatto grazie alle scoperte o riscoperte di Corvino e alle giocate sopraffine di Mutu, Frey, Kuzmanovic, Gamberini, Jorgensen, Montolivo, Vieri e compagnia cantante.



Meno uno, signori. Il giorno tanto atteso, è alle porte. Laggiù, all'orizzonte, risuona ancora flebile l'inno della Champions League. Il tempo di chiudere gli occhi e sognare i grandi palcoscenici del calcio che conta, però, a Firenze è finito. Mancano solo 90 minuti, da vivere senza unghie, con lo sguardo fisso nel vuoto, con il testa solo quel bellissimo pensiero e per raggiungerlo, la parola chiave è una sola: vittoria.