LA GARA DELL'ANNO?
Quella contro la Juventus di domenica pomeriggio non è una partita come tutte le altre o, per lo meno, non lo è mai stata. Lo scontro con la Vecchia Signora è da sempre stato il match più elettrizzante che la Firenze del calcio attendeva con ansia per tutta la stagione, un momento che più di ogni altro fondeva in sé un carico emozionale spaventoso, misto di accesa rivalità, rancore e rabbia repressa per una serie sterminata di motivi che i tifosi viola rivendicano tuttora fieramente. Anche Andrea Della Valle, a margine dell’umiliante sconfitta della Fiorentina contro il Milan, aveva definito il match tra viola e bianconeri come ‘la partita dell’anno’, un incontro per cui mettere in campo la solita grinta e tutto il cuore possibile non potrà e non dovrà bastare. Ed in effetti il pensiero del dirigente si allinea a quello degli anziani tifosi viola che hanno calpestato gli spalti del Franchi per anni, quando da giovani non dormivano la notte nell’attesa spasmodica dello scontro con l’avversaria di sempre, l’evento dell’anno più atteso e che più regalava soddisfazioni se il suo esito fosse stato positivo: una vera e propria storia interiore di un’intera città, che si stringeva attorno ai suoi beniamini in maglia viola per spingerli alla vittoria. Ma le parole dell’azionista di riferimento non sono però totalmente aderenti al pensiero delle nuove generazioni di tifosi gigliati che da tempo non attendono più con entusiasmo particolare la partita tra viola e bianconeri, avendo sviluppato nuove e più toccanti rivalità con altri club e relative tifoserie (con la Roma in testa, artefice coi viola di epiche lotte al vertice nel recente passato) che a questo punto pongono un serio interrogativo a tutto il popolo viola, del passato e del presente: esiste ancora quell’autentica e sana rivalità che ha sempre contraddistinto il mitico incontro con la Juve negli anni passati? Non soltanto: lo stesso Sinisa Mihajlovic, alla vigilia del match d’andata contro i bianconeri in quel di Torino, aveva sentenziato come, per lui, quella con la Juventus fosse una partita del tutto normale, dichiarazioni che evidentemente non collimano con quanto sostenuto dall’azionista di riferimento soltanto tre notti fa.
Senza tornare, infine, alle parole odierne in merito all'astinenza da vittoria contro le "grandi" che, testuale, alla fin fine resta per il tecnico un "bel rottorio". Anche le prevendite dei tagliandi al botteghino, dopo il boom di spettatori nel match contro il Milan (ben 32.667 paganti e record stagionale), sono andate piuttosto al ribasso e ad oggi fanno supporre che non vi sarà la stessa quantità di pubblico ammirata contro i rossoneri, un dato significativo che deve far riflettere non poco la proprietà viola.