IL PORTABANDIERA

04.06.2013 10:00 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
IL PORTABANDIERA
FirenzeViola.it
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

La Fiorentina vola in Brasile con la Nazionale di Cesare Prandelli. Ci va grazie ad Alberto Aquilani, che alle 23 e 30 di un tranquillo lunedì di giugno vince la concorrenza con Poli della Sampdoria e fissa la bandiera viola al "Maracanà" di Rio de Janeiro. Eh già, perchè dal 15 al 30 giugno 2013 in Brasile si svolgerà la 9° edizione della "Confederations Cup", ed il "mago di Orz" ha aspettato fino all'ultimo prima di estrarre il coniglio viola dal cilindro. E del resto sarebbe stata un'ingiustizia, verso il giocatore ma anche verso una squadra (la Fiorentina appunto...) che ha espresso il miglior calcio del campionato. E questo anche in virtù di un centrocampo perfetto, mix ideale tra qualità e quantità, nel quale Alberto Aquilani si è mostrato elemento imprescindibile. Va detto, altresì, che i conigli viola (papabili) da estrarre non erano poi così tanti, considerando l'onda esterofila che ha sommerso la sede di viale Fanti. Nell'undici titolare di Montella, infatti, comparivano solo in tre: Viviano (e non era proprio il caso) Aquilani e... aspetta (sembra aver detto Prandelli) come si chiama? Ah sì, Manuel Pasqual. No guarda, meglio chiamare Barzagli (seppur convalescente ndr.) tanto da quella parte ci metto De Sciglio. Al limite riesumo Chiellini, oppure sposto Abate... Insomma caro Manuel: niente da fare nemmeno stavolta, nemmeno dopo il forfait di Antonelli. A questo punto non ti rimane che fare il capitano della Fiorentina...

IL "PRINCIPINO" CERCA MAGLIA - Ma tant'è... Consoliamoci con Alberto Aquilani, di nuovo un numero 10 viola in nazionale. Dopo De Sisti, Antognoni, Baggio (Montolivo lo lasciamo da parte...) adesso tocca ad Aquilani fare il portabandiera di una maglia gloriosa (non sappiamo se Prandelli gli darà il 10, ma il ruolo è quello) di una squadra altrettanto gloriosa. Teoricamente da Champions, virtualmente in Europa League. E poi la carriera del "principino" parla chiaro: Alberto ha già collezionato 23 gettoni con la maglia azzurra, realizzando 4 gol (l'ultimo proprio venerdì scorso contro San Marino), ha attraversato tre commissari tecnici (Lippi, Donadoni e Prandelli), è riconosciuto come il talento più fulgido tra i centrocampisti nostrani. Un difetto? La continuità. Lo ha ribadito Prandelli alla vigilia, lo ha riconosciuto lui stesso a più riprese. Quest'anno, però, nella Fiorentina ha giocato 25 partite su 38, disputando 1666 minuti, mettendo a segno 7 reti (record personale). In più ha sfornato assist a go-go, recuperando palloni e facendo legna oltre a tessere il consueto cachemire. Alberto Aquilani ha in questo modo fugato le perplessità sul suo conto, e Cesare Prandelli non poteva non tenerne conto. Anche perchè contro squadre come Messico e Brasile nel girone eliminatorio, e poi chissà... Spagna, Uruguay... un elemento come Aquilani diventa manna per qualsiasi allenatore. Infine Alberto è stato chiaro: lui sta bene a Firenze, è confermato a Firenze, con la Fiorentina ha un contratto per altri due anni, Firenze (testuale) è il vestito migliore che possa mettere in questo momento. E allora, Alberto Aquilani portabandiera viola in nazionale... ci sta proprio bene.