VOLERE VOLARE
Il secondo appuntamento stagionale della Fiorentina lontano dal "Franchi" nel 2011 porta in dote segnali inequivocabilmente positivi e un punto che vale oro per il morale e l'autostima di una squadra ancora psicologicamente fragile. La serata napoletana racconta infatti di un'ottima e inattesa Fiorentina nella prima parte di gara, in cui gioca palla a terra, disegna trame di gioco fino a questo momento solo sognate e soprattutto mette alle corde il Napoli di Cavani davanti agli ottanta mila del 'San Paolo'. Cala come prevedibile nella ripresa, anche per meriti altrui, senza però mai andare in affanno e dimostrandosi comunque pericolosa nelle ripartenze. A tutti gli effetti una sorpresa visti i precedenti in trasferta e considerate le tensioni interne vissute dalla squadra nelle ultime settimane. Un plauso in questo senso non puo' che andare a Mihajlovic che indovina modulo e interpreti, imbrigliando la macchina da gol partenopea sulle fasce e sfruttando la superiore qualità della squadra gigliata in mezzo al campo. Il 4-3-3 di Mihajlovic piace per la solidità difensiva, con un Kroldrup e un Gamberini d'annata, e la capacità di ripartire per far male anche a dispetto delle poche conclusioni verso la porta di De Sanctis e il poco cinismo mostrato nelle occasioni più invitanti. Piace perchè ritrova un centrocampo finalmente padrone del gioco, almeno per 45', che vede nel trio Montolivo-D'Agostino-Donadel un buon mix di fosforo e muscoli, e una spinta sulle ali mai vista prima d'ora in questo campionato, con un Pasqual convincente, ma soprattutto un De Silvestri in formato podista che stravince il duello con Dossena sulla fascia destra.
Il tridente offensivo, sebbene orfano del vero Gilardino per quasi tutta la durata del match, regala una prima frazione nettamente superiore alle aspettative. Ljajic e Santana impongono il proprio passo sulle corsie laterali mettendo spesso in affanno la retroguardia azzurra e andando entrambi vicino al gol in un paio di occasioni. "Volere volare" sembra essere il nuovo motto della Fiorentina obbligata a dare un senso ad una stagione cominciata in salita e proseguita tra pochi alti e bassi profondi, ma evidentemente ancora in grado di tenere testa anche ad avversari sulla carta più quotati.