I RISCHI DELLA CONFERMA
Da ieri pomeriggio, si è abbattuto nuovamente un tornado sulla panchina di Iachini. La sua Fiorentina, d'altronde, ha giocato a pieno regime solamente i primi cinque minuti della partita di ieri, ed è riuscita a dilapidare un doppio vantaggio immediato, costruito nell'arco di neanche cinque minuti, permettendo allo Spezia di riprendersi da un colpo che, potenzialmente, avrebbe potuto mandare al tappeto un toro. Al triplice fischio, neanche il tempo di mettere in archivio il risultato che subito è deflagrata l'insoddisfazione dell'ambiente nei confronti dell'allenatore, tra addetti ai lavori e non, con un'unica domanda a riecheggiare di sottofondo: che ne sarà di Iachini?
Secondo quanto ci risulta, ancora la situazione del tecnico sta rimanendo sospesa, con nessuna comunicazione ufficiale né in un senso, né nell'altro, seppure ci sia una leggera propensione verso la conferma: d'altronde, come la storia recente ci sta insegnando, la decisione definitiva rimarrà solamente in dote al presidente Commisso, che peraltro si è preso la centralità della scelta sin dagli albori, riferendosi ad una potenziale media da 58 punti che Iachini avrebbe dovuto tenere, e che al momento appare ben lontana dall'esistere, visto che col punto a partita del ritmo attuale, questa sarebbe solo da 38.
Il fantasma di un Montella-bis, la cui conferma è stata fortemente voluta nell'estate del 2019 da Commisso salvo poi dover correre ai ripari appena prima dell'inizio dell'anno solare successivo, sta poi assumendo tratti sempre più concreti. Da notare poi il fatto che ad un allenatore storicamente pragmatico ed essenziale quale Iachini sia stata assegnata una squadra maggiormente concentrata sulla qualità soprattutto dalla metà campo in su, e questo scontro dicotomico è apparso evidente ai più già nel pomeriggio di ieri. Con il trascorrere del tempo, sembra rafforzarsi l'idea di Iachini ancora in panchini, con però i rischi di cui sopra a rimanere validi.