I PIÙ E I MENO, Ansia Viviano; male Vargas
La notizia di Galatasaray-Fiorentina non è la sconfitta 1-0 contro i turchi di Fatih Terim. E nemmeno la prova incolore, ancora una volta, di Juan Vargas, messo in vetrina per invogliare eventuali acquirenti delle rive del Bosforo. La notizia è la sfortuna di Viviano, vittima di una sollecitazione miotendinea alla coscia. Tutto succede al minuto cinquanta. L'attaccante del Galatasaray taglia verso la porta e calcia un pallone che sembra finire docile docile tra le mani del portiere di Fiesole, il quale però compie un movimento innaturale, prende gol e si accascia a terra invocando immediatamente l'intervento dello staff sanitario. Tanta paura e preoccupazione per Emiliano. Adesso non resta che aspettare qualche ora, gli esami strumentali diranno con più precisione l'entità del recupero dalla lesione.
Oltre a questo c'è stata anche una partita che, sebbene passata in secondo piano, ha visto una Fiorentina sofferente fisicamente cercare di arginare la potenza fisica turca. I viola hanno cercato di fraseggiare, di ragionare, senza riuscire mai ad irretire la corsa e la grinta degli uomini di Fatih Terim. Buona la prova di Borja Valero, uscito al minuto settanta in favore di Romulo. Buona anche la prova di Gonzalez e della difesa, brava a reggere l'urto di Ylmaz e Elmander. Questi i più e i meno della gara:
I PIU' DELLA GARA:
Borja Valero: Predica nel deserto. Aquilani non è legittimamente ancora al top, Olivera non convince da centrale e lui, tecnica sopraffina, cerca di fraseggiare e duettare con Jovetic ed El Hamdaoui. Non ci riesce, causa l'aggressività del centrocampo turco ma qualche sprazzo di classe la lascia intravedere comunque. C'è da lavorare ma le impressioni sono positive.
Jovetic: Primo tempo da spettatore per il fuoriclasse montenegrino. Ultimi venti minuti di partita, coincidenti con l'entrata in campo del gemello Ljajic, da vero campione. Si sveglia dopo il gol del Galatasaray e fa impazzire la difesa turca: duetta con il serbo e impegna più volte Muslera, chiamandolo a veri e propri miracoli e solo la traversa lo ferma. Con una spalla che conosce diventa una macchina da guerra. E' lui il vero ago della bilancia.
Ljajic: Venti minuti di grande calcio in coppia con Jojo. Entra in campo e dimostra quanto dimostrato in ritiro a Moena: grande voglia, personalità, tecnica. Sfiora il gol a conclusione di un'azione spettacolare con l'amico montenegrino. Sembra davvero un Ljajic diverso, più maturo.
I MENO DELLA GARA:
Vargas: Primo tempo di vera sofferenza contro un indemoniato Ebouè. Reduce da una settimana di allenamenti solitari, il peruviano è sembrato ancora lontanto dalla forma migliore. Poco presente in fase offensiva, si dedica soprattutto a presidiare le folate del dirimpettaio ivoriano ma non riesce ad arginarle. Certe volte sembra pure distratto. Esce per far posto a Pasqual dopo quarantacinque minuti deludenti.
Olivera: Montella lo ripropone centrale di centrocampo. Dovrebbe essere l'uomo che permette ad Aquilani e Borja di creare gioco ma non ci riesce. Ancora troppo lento e falloso per quel ruolo, dove occorre tanta sapienza tattica unita alla corsa. Lui cerca di dare equilibrio ma non è la sua posizione di campo preferita e si vede. Qualcosa lì in mezzo manca ancora.