FRANCHI E PADOVANI: SCENARI E PROSPETTIVE AL VAGLIO

30.04.2023 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
FRANCHI E PADOVANI: SCENARI E PROSPETTIVE AL VAGLIO

Adesso la palla passa al Sindaco Nardella e al Comune di Firenze che a seguito delle parole di Commisso non ha tardato a rispondere. Mentre l’Amministrazione comunale prosegue nel percorso tracciato con la conclusione della gara pubblica per attuare il progetto di ristrutturazione vincitore del concorso internazionale, e dopo aver trovato l’accordo sulla concessione della prossima stagione, servirà prima di tutto fornire qualche risposta alle domande di Commisso in termini di prospettive (su tutte il futuro canone di uno stadio ristrutturato). Il Comune potrebbe così rivolgersi a specifiche società di revisione per una prima stima che tenga conto degli spazi commerciali concessi al club, e d’altronde lo stesso presidente viola qualche tempo fa mostrò uno studio della Deloitte sull’impatto di uno stadio di proprietà per una società sportiva, ma l’ostacolo principale restano i 55 milioni facenti parte del PNRR e negati dalla Commissione Europea.

Al di là dell’invito di Nardella nei confronti del Governo a fare la propria parte (il riferimento è anche al cosiddetto Piano Nazionale Complementare cui si potrebbe attingere) un’opzione al vaglio è quella di suddividere l’appalto dei lavori in due lotti, altrimenti definiti lotti funzionali. Una prima tranche di lavori da sostenere con i fondi a disposizione, circa 140 milioni, e una seconda tranche da gestire passo passo con lo sviluppo degli scenari e soprattutto del reperimento dei 55 milioni ad ora mancanti. In pratica il grosso degli interventi andrebbe inizialmente sullo stadio, successivamente si procederebbe con la riqualificazione dell’area del Campo di Marte gestendo in questo modo anche il costo di un’eventuale concessione da dividere con diversi costi a seconda della progressione dei lavori.

Uno scenario già considerato per il teatro del Maggio Musicale fiorentino la cui ristrutturazione si sviluppò su due piani distinti, con gli spettacoli andati in scena nella sala esistente mentre si lavorava sulla nuova. Quanto alla scelta di considerare lo stadio Padovani del rugby come soluzione temporanea (per quando, concretamente, i lavori dovessero impedire alla squadra di giocare al Franchi) il riferimento di Commisso conferma un’indicazione concreta, realistica, anche perché sul fronte dell’investimento sarebbe il Comune stesso a sobbarcarsi l’onere delle spese visto che l’impianto resterebbe alla società sportiva Firenze Rugby 1931. Scenari da disegnare nel corso di nuovi confronti, ma anche in un clima che si è fatto più disteso dopo le ultime puntate della vicenda stadio che continua a passare inevitabilmente dal restyling del Franchi che tanto poco è piaciuto all’Europa (e non solo).

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