FIORENTINA, Massima fiducia in Mihajlovic
Avanti con Sinisa. Senza se e senza ma. E' questo l'input che arriva dalla Fiorentina. Pantaleo Corvino, anche nel colloquio (breve) avuto oggi con Mihajlovic gli ha ribadito la massima fiducia. Sua, ma soprattutto della proprietà. I Della Valle credono nel tecnico serbo, e lo ritengono l'ultimo responsabile di una situazione tanto grave quanto sottovalutata.
Il concetto è sostanzialmente questo. Mihajlovic non ha mai potuto contare sulla rosa nella sua completezza. Prima De Silvestri, Santana e Vargas, a Cortina, poi Jovetic. Quindi D'Agostino e Montolivo per tornare, un'altra volta, all'esterno peruviano. Per non dire di Mutu. In poche parole. Vediamolo all'opera con tutti i giocatori e valutiamolo.
E ancora. Questa è una squadra in caduta libera da almeno sei mesi. Facciamo da marzo-aprile. Dal post Bayern e quindi Inter. Da quel momento, il buio. Il marcio, conclusione, esiste da prima dell'arrivo di Mihajlovic. Il punto, semmai, è capire chi e come avrebbe dovuto intervenire per eliminarlo, quel marcio.
Il gruppo è con l'allenatore. Qualche incomprensione probabilmente c'è stata, ma adesso tutti sulla stessa barca. Senza dubbi o incomprensioni che tengano. E' lui il punto di riferimento, più di chiunque altro, di una squadra che ha perso se stessa.
Se poi si vanno ad analizzare le possibile alternative al serbo si fa presto ad accorgersi del vuoto quasi cosmico. Due i nomi che piacciono davvero ai fratelli Tod's. Carlos Dunga e Leonardo. Due brasiliani tanto affascinanti quanto difficili da agganciare. Ballardini? Insomma. Colomba e Papadopulo? Meglio evitare,
Dulcis infondo, ma mica tanto, arriva l'etica. Lo stile tanto caro ai Della Valle e alla Fiorentina. Non si cambiano gli allenatori. Questa la filosofia della società viola. Troppo fresco, ancora, il ricordo della stagione 2004-2005. Tre allenatori e una retrocessione evitata per un pelo. Se dagli errori s'impara, un valzer sulla panchina non è strada da percorrere.
Si va avanti con Sinisa, quindi. E quella col Bari non sarà un'ultima spiaggia assoluta. Qualcosa di simile, si, ma non un'ultima occasione. Per intendersi. Bisogna vincere, ma non è che un pareggio porterebbe all'esonero automatico. In quel caso (di sconfitta non vogliamo parlare, vero?) verrebbe il tempo delle lunghe notti di riflessioni. L'intenzione, insomma, è quella di andare avanti il più possibile con Mihajlovic. E poi si vedrà.