FIORENTINA, Il punto sul mercato viola

30.07.2010 22:30 di  Marco Gori   vedi letture
FIORENTINA, Il punto sul mercato viola
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© foto di Giacomo Morini

Terminata la prima fase della preparazione estiva, a quattro settimane dall'inizio del campionato e a metà della della campagna trasferimenti, un primo bilancio sulla nuova Fiorentina è forse il caso di tracciarlo. Iniziamo con gli aspetti positivi, che, in tutta onestà, ci paiono assai di più di quelli negativi. Quando in questi giorni ci è capitato di chiamare alcuni procuratori ci siamo sentiti spesso rispondere: "il mercato è ancora lungo"; frase di circostanza, ma che corrisponde in parte a verità. Per questo motivo, nonostante le recenti dichiarazioni di fedeltà ai colori viola da parte di giocatori come Alberto Gilardino e Riccardo Montolivo, è bene restare con i piedi per terra. Fatta questa "scaramantica" premessa,  l'aspetto più evidente della Fiorentina targata Sinisa Mihajlovic è rappresentato senza dubbio dal fatto che, contrariamente a quanto pronosticato fino a meno di un mese fa, la tanto temuta "smobilitazione" non si è verificata, ma, al contrario, sono arrivati due giocatori di ottimo livello, ed un terzo pare ormai ad un passo. Il feeling tra il nuovo allenatore gigliato, la tifoseria e, soprattutto, la squadra, pare ottimo, e quell'agonismo che tanto è mancato ai viola in gran parte della scorsa stagione, pare finalmente ritrovato: a Cortina si è vista una buona tecnica, un po' di tattica, ma soprattutto tanta grinta. E' sul penultimo aspetto che inizia a sorgere tuttavia qualche dubbio: il 4-2-3-1 che Mihajlovic sta adottando è frutto di una sua scelta o è dettato dalle necessità? E qualcosa potrà cambiare in questo mese scarso che ci separa dall'inizio del calcio che conta? Diventa a questo punto inevitabile tornare a parlare di mercato. Juan Manuel Vargas era considerato, all'inizio della campagna trasferimenti, come un predestinato alla cessione; la crisi finanziaria che ha colpito anche il mondo dorato del pallone, e non solo in Italia, ha fatto si che al 30 di luglio l'esterno peruviano sia ancora un calciatore della Fiorentina.

Dovesse restare, uno come "El Loco" non puoi tenerlo in panchina. E nel 4-3-3 che Mihajlovic ha adottato con successo a Catania è difficile individuare uno spazio per il Peruviano, così come lo sarebbe, seppur in minor misura, per Stevan Jovetic. Ma se il mercato alla fine si sbloccherà, e ai viola dovesse arrivare un'offerta irrinunciabile per il giocatore andino, cosa potrebbe davvero mutare nello scacchiere tattico del tecnico serbo? Con l'arrivo di un terzino vero, seppur anche lui dalle spiccate doti offensive, come Emiliano Insua, Jovetic o, perché no, Mutu potrebbero agire sia in un tridente offensivo nel 4-3.3 che come esterni alti nel solito 4-2-3-1, ma il problema resta un altro: il centrocampo. Sia in caso di conferma del modulo visto in queste prime amichevoli, sia in caso di cambiamento, la linea mediana gigliata vede al momento due giocatori di qualità come Bolatti e D'Agostino, uno che unisce una buona tecnica ed un discreto dinamismo, come Montolivo, un altro che, finché il fisico lo sostiene, abbina geometria ed agonismo, come Zanetti, ma un unico vero e proprio interditore, dato per giunta in partenza, ovvero Marco Donadel. Nel centrocampo a due si è visto l'anno scorso cosa significhi la mancanza del classico "mediano": cedere l'unico rimasto potrebbe essere un rischio, non acquistarne un secondo idem; e se si decidesse di giocare con quello a tre mancherebbe un vero e proprio interno di centrocampo: pensando ai campionati 2006/2007 e 2007/2008, forse i migliori dell'era Prandelli dal punto di vista del gioco espresso, riportando Montolivo al suo ruolo di allora e rivedendo in D'Agostino il regista che era Liverani, mancherebbe il Kuzmanovic della situazione. Siamo d'accordo pertanto con chi dice che la Fiorentina, allo stato attuale, ha una rosa più competitiva rispetto all'anno scorso, ma speriamo che si sbagli chi sostiene che il mercato terminerà con l'arrivo di Insua. Perché in quel caso, anche in questo anno di grandi cambiamenti, la Fiorentina resterebbe, come al solito, una eterna incompiuta.