FIORENTINA, Fra Uefa, Fair-play e "respect"

18.09.2008 11:00 di  Tommaso Loreto   vedi letture

Fair play, correttezza, lealtà, rispetto o, per dirla come piace a loro, respect. La Uefa ha lavorato moltissimo sotto l'aspetto comunicativo in merito ai giusti atteggiamenti da tenere sul terreno di gioco. Arrivando a riempire le maglie dei giocatori e i tabelloni a bordo campo di frasi, motti, slogan e quant'altro. Nemmeno fossero stati sponsor da applicare sulle casacche o sui cartelloni pubblicitari.

 

Una comunicazione, questa, rivolta ovviamente anche ai direttori di gara. Che, secondo l'organismo massimo del calcio europeo, hanno la facoltà di far continuare il gioco quando un giocatore non ha subito colpi così dolorosi. Ma che, al contempo, hanno l'obbligo di fermare l'azione ogni qualvolta il calciatore sia stato colpito fra testa e volto. Se ne deduce che, seppure con la tipica (odiosa) metodologia francese, il Lione alla fin fine ha semplicemente scelto di non interrompere il gioco. Una scelta ovviamente poco incline al fair-play (ma aspettarsi certi gesti da chi vive nell'utopia di sentirsi migliore per diritto divino è quantomeno rischioso), ma pur sempre una scelta.

 

Quel che dunque più perplime, e quantomeno stizzisce, è il comportamento di questo arbitro, tale Frojdfeldt, che nell'occasione, evidentemente, ha ritenuto opportuno ignorare le condizioni della testa di Zauri e, di conseguenza, della stessa Uefa. Complimenti a lui, dunque, e complimenti alla Uefa che, una volta ignorata la condizione di Panucci in quell'Italia-Olanda già famoso, continua a riempirsi la bocca con belle parole, proclami e gagliardetti inneggianti al rispetto da applicare un po' ovunque. Quando si dice "parlare bene, razzolare male".