E TORNAMMO A RIVEDER MIROSLAV
Per la serie "continuiamo a farci del male" : domani sera sarà la sfida che ritorna contro il grande protagonista di un binomio di gare rimaste nella storia, più fiorentina che europea, di due anni fa. Di cosa parliamo? Ma chiaramente di quella sfida che definire non sappiamo se non attraverso qualche breve quanto concisa imprecazione tra Fiorentina e Bayern Monaco dell'inizio del 2010. Una Fiorentina di Prandelli, al massimo della sua esaltazione frutto di un ciclo - come piacerebbe chiamarlo a qualche dirigente viola ancora al timone - di quattro anni di lavoro e vittorie, andò ad affrontare un Bayern molto orange sia nel modo di giocare che di credersi superiore, sfiorando la qualificazione ai quarti di Champions.
Raccontare come andò sembra tanto inutile quanto masochistico visto che tutti a Firenze, tifosi e non, potrebbero fare la telecronaca di quell'episodio - definito poi come "il grande furto" - che bene o male decise la doppia sfida. E, sebbene alcuni tra i più maliziosi come noi potrebbero pensare che i veri protagonisti furono Uefa, Nebben e Ovrebo, l'ago della bilancia (o il braccio armato, se vogliamo continuare a pensarla maliziosa) fu Miroslav Klose. Quello stesso Miro che adesso veste i colori della prossima avversaria gigliata, autore del gol in netto fuorigoco che alla fine delle giostre fu essenziale per il passaggio del turno da parte dei bavaresi. Eppure quella sfida fu vinta moralmente da una Fiorentina smagliante. E magari, proprio al tedesco di origine polacca, un numero sarà rimasto particolarmente impresso, quello di Stevan Jovetic, mattatore di un ritorno tanto esaltante quanto amaro al fischio finale.
E peccato poi che il vero tifoso viola riconosca in quella data, quella del "grande furto", il punto di non ritorno della recente storia viola. Una Fiorentina fin lì esaltante e compatta si schiantò contro qualche potere e qualche tiro impossibile dai trenta metri. Da lì la storia non è stata più la stessa con una Fiorentina sempre troppo preoccupata a guardarsi indietro per poter inseguire un qualche sogno di gloria. Una situazione paradossale, un loop da cui i viola non sembrano ancora usciti e che dura da quei giorni di febbraio-marzo. E proprio questa situazione, questo eterno purgatorio in cui sembra caduta, rende necessario sognare che magari proprio un episodio uguale e contrario possa, per incanto, cambiare il destino della Fiorentina. Forse sono solo sogni ma tant'è, perché nella situazione di oggi soltanto sognare si può, mentre la classifica piange e riporta alla realtà. Ed è per questo che oggi tornar a riveder Miroslav fa sempre un certo effetto.