BONAZZOLI, E' l'asso nella manica di Prandelli

23.02.2009 01:50 di  Marco Conterio   vedi letture
BONAZZOLI, E' l'asso nella manica di Prandelli
FirenzeViola.it

Da Pazzini a Bonazzoli il passo sembrava lungo. Presente discontinuo e futuro presumibilmente roseo contro passato a luci soffuse e presente a corrente alternata. Il talento incompreso e l'ariete scornata, un avvicendamento che, a in riva all'Arno, fece storcere il naso a molti. Anche a fronte di 9 milioni cash nelle casse viola. "Bonazzoli ha sempre fatto poco in carriera, non è l'attaccante che ci serve". Firenze così si pronunciò. Sembra passato un secolo. Già, perché oggi, ventitrè febbraio duemilanove, Emiliano Bonazzoli è l'uomo della provvidenza. Entra lui e cambia la Fiorentina, che da brutta e timorosa diventa splendida splendente.

Un breve inciso su Pazzini. A Genova sta facendo miracoli e meraviglie. A Firenze chiunque è felice per lui (a patto che si fermi nello scontro diretto), ma la sensazione non cambia. Quello viola non era il gioco del buon Giampaolo da Pescia, quello di Mazzarri sì. E lui, onesto lavoratore, bomber del futuro, si merita gioie e soddisfazioni in blucerchiato.

Intanto, tutti si ricredono su Bonazzoli. Che non è un finisseur o un maratoneta, ma uno che con quel fisico da marcantonio è la perfetta torre del gioco alla "viva il parroco" necessario nei momenti da sirena accesa. Perché la Fiorentina, dati e occhi alla mano, è la penombra di quella spumeggiante e dal calcio champagne delle scorse stagioni. E' più cinica, dicono i Guelfi, fortunata i Ghibellini. Fatto sta che Prandelli e i suoi ragazzi hanno rinunciato alla politica del "metto i remi in barca" ed hanno deciso di vogare anche oltre al 90', teoria che ha pagato contro il Genoa una settimana fa e contro il Chievo ieri.

Ed in entrambe le occasioni c'era lui, l'ariete timida di Asola, uomo dalle tante sponde e dalle spizzate millimetriche. Una sorta di centro da Nba, una colonna che se avesse un gemello erculeo al fianco, sarebbero pochi i difensori a cercare di sorpassarli per scoprire le Indie. Bonazzoli non è Toni, non è Gilardino e, per tipo di fisico, di gioco e di curriculum che è e che presumibilmente sarà, neanche Pazzini. E' semplicemente la carta in più della Fiorentina, l'asso formato extralarge, forse poco bello da vedere ma tanto utile da apprezzare.