"AUGURI A..." Pasqual, il capitano ha fatto 31
In pochi ci credevano, e invece Manuel Pasqual ha fatto 31. E non solo all'anagrafe. Manuel ha fatto 31 in campo, nella vita, nel cuore dei tifosi viola. E non per nulla è diventato un punto di riferimento per tutti, dentro e fuori dal campo. Andiamo con ordine. Manuel nasce a San Donà di Piave il 13 marzo 1982, una buona annata non c'è che dire: quella di Gilardino, di Cassano, dei mondiali di Spagna. Arriva a Firenze nell'estate 2005, dall'Arezzo, ed è subito un crack: 35 presenze, 1 gol, 11 assist per Luca Toni, la prima convocazione in nazionale. Poi un lento ed inspiegabile declino: la seconda stagione che non mantiene le promesse, la terza (se possibile) ancora peggio. Fino al cambio della guardia con Gobbi sulla mancina ed i rapporti con Prandelli che si deteriorano. Si parla di cessione, ogni estate, ogni sessione di mercato, ma Manuel resta fedele ai colori viola. E qui avviene la risalita: negli anni bui di Mihajlovic Manuel si rivela (diciamo così) il meno peggio, cresce come uomo, diventa padre, migliora addirittura come giocatore. Insomma, nel 2012 Pasqual fa 30. Mancava la lode, il bacio accademico, il classico 31. Detto, fatto: con Montella il terzino padovano diventa capitano della Fiorentina (altro che laurea, questa è una vera e propria cattedra), si impone come miglior terzino sinistro del campionato, si candida per un posto in nazionale...al netto dell'ostracismo di Prandelli. A proposito, vi riproponiamo alcuni passaggi dell'articolo del 4-03-2013, all'indomani della vittoria sul Chievo, apparso su Fv a firma del sottoscritto. Questo è il Manuel Pasqual di oggi...
“... Eh già, sono pochissimi i calciatori di serie A che lavorano su se stessi, che si mettono al muro (nel senso propedeutico del termine) e palleggiano, magari col piede debole per renderlo più sensibile. E Manuel è uno di questi. O ancor meglio, che passano un paio d'ore a fine allenamento a provare tiri da fuori, cross, punizioni dal limite. Del resto non è difficile, basta farsi prestare un po' di sagome e calciare, calciare... Farsi poi indicare dov'è l'interruttore della luce, perchè mentre cala la sera ed i compagni sono a farsi l'aperitivo, Manuel sta sul campo, a provare e riprovare. Fino a che il sole sparisce, e allora ci vogliono le luci artificiali. Attenzione poi, perchè Manuel non ha imparato solo a battere le punizioni: ha imparato a difendere, a fare le diagonali, è cresciuto nell'uno contro uno, nell'attenzione durante i 90'. Insomma, Manuel è diventato un giocatore completo. E poi è una persona seria, equilibrata, persino simpatica. Insomma, non gli manca nulla. Eppure Manuel studia, si applica, si allena, in una frase: migliora. E tutto questo alla “venerabile età” di 31 anni. Meditate gente, meditate...