ANCORA UNA VOLTA
Poteva essere una serata di svolta. Doveva esserlo, per molti aspetti. Ed invece siamo ancora a domandarci – non è certo la prima volta – che ne sarà della Fiorentina e del suo campionato, e del perché la fredda notte di Marassi, oltre alla sconfitta, porti con sé dubbi assai difficili da sciogliere. Non era una partita come le altre. Per la posta in palio, per il jolly prezioso che rappresentava, e anche per le modalità con cui Fiorentina e Genoa si sono affrontate dopo la sospensione dello scorso 11 settembre.
La sensazione, di fatto, è quella di aver gettato via un'occasione d'oro. Fermo restando il giusto merito da concedere agli avversari (capaci di battere in casa proprio la Juventus), non si può infatti sorvolare sulle scelte iniziali che Paulo Sousa ha deciso di adottare. Una formazione assai rimaneggiata che, fin da subito, si è mostrata incapace non solo di reggere l'urto avversario, ma anche di proporre qualcosa di pericoloso negli ultimi venti metri. Tra un tridente con Zarate prima punta, un Milic esterno alto, ed un centrocampo male assortito negli interpreti, viene da chiedersi: c'era veramente bisogno di rivoluzionare così la squadra? La prossima sfida contro la Lazio era così determinante tanto da condizionare in maniera massiccia le scelte? Il campo (e il risultato) hanno detto di no.
Lasciare fuori allo stesso tempo Kalinic e Ilicic, rilanciare Zarate dal primo minuto su un campo difficile come quello del Genoa, riposizionare ancora una volta Bernardeschi. Tutte scelte che stridono con quella parvenza di stabilità che lo stesso Sousa sembrava aver cominciato a trovare nell'ultimo periodo. Quella stessa stabilità che – forse – sarebbe stata più opportuna in tipi di gare così particolari, il più delle volte risolte da un singolo episodio. Nelle quali perde il primo che sbaglia. Ed il fatto che Sousa sia stato costretto a correggere (a tamponare, ndr) la formazione dopo soli 26' di gioco effettivo (dentro Kalinic per uno spaesato Milic), non fa altro che confermare il tutto.
Così, aspettando di concludere l'anno solare contro Lazio e Napoli, per il momento non resta altro che registrare l'ennesimo passo indietro di una squadra incapace di confermare quella serenità che ogni volta sembra sempre spuntare dietro l'angolo, ma che invece resta celata dietro a delle perplessità. Le stesse, per dire, viste sul volto di Juric una volta scoperta la formazione della Fiorentina...