"AMARCORD", Niente ti ha distrutto, sei come il sole...
"Niente ti ha distrutto, sei come il sole... risorgi ed illumini tutto". Recitava così lo striscione che il 24 novembre 1985 salutò il ritorno in campo di Giancarlo Antognoni dopo ben 21 mesi di assenza forzata. Era, infatti, il 12 febbraio 84' quando un entrata del sampdoriano Pellegrini provocò al capitano la frattura esposta di tibia e perone. Erano, invece, le 15 e 52 dell'undicesima giornata del campionato 85'-86' quando Antognoni si alza dalla panchina ed inizia il riscaldamento. Pochi metri più in là si sta giocando un anonimo Fiorentina-Bari, e per tutti sembra quasi un dettaglio. Il boato dello stadio gli fa da colonna sonora, ne scandisce il passo, accompagna lo sguardo. Lui alza gli occhi, saluta, visibilmente emozionato: quattro anni dopo il terribile incidente con Martina, "Antonio" ha vinto l'ennesima battaglia contro la sfortuna. Passano pochi minuti e Aldo Agroppi, fino al giorno prima un nemico da combattere, sostituisce l'enfant-prodige Onorati con la "luce", restituendo al calcio mondiale un patrimonio d'inestimabile valore.
Sulle spalle un normalissimo numero 15 (niente paura perchè, già dalla partita dopo - guarda caso uno Juventus-Fiorentina giocata a Torino - "Antonio" si riprenderà il suo, unico 10) e il primo pallone, una sventagliata coast to coast salutata dall'ovazione del pubblico, sa di favola, sa di magia. Quella che segue è una mezzora emozionante, vissuta tutta d'un fiato, anche se il risultato resterà sullo 0-0 per una Fiorentina che a fine campionato conquisterà un miracoloso piazzamento Uefa.
Antognoni, da quel giorno, non uscirà più di squadra nonostante proseguano i dissapori con il tecnico piombinese. Alla fine Giancarlo disputerà 19 partite realizzando anche una rete (alla penultima, di testa, contro l'Udinese) ma non raggiungerà più i picchi di rendimento del mondiale spagnolo o degli esordi quando era... "il ragazzo che gioca guardando le stelle". Qualcuno, poi, gli fece credere di poter andare ai mondiali di Messico 86' ma, ahimè, il tempo era scaduto. Il suo sarà un lento, onorevole declino fino all'esperienza di Losanna, dove vestirà i panni del Messia in un calcio ai confini col dilettantismo. Rimane il ricordo di quel Fiorentina-Bari, uno dei momenti più alti dell'amore tra Antognoni ed il tifo viola, una simbiosi pressochè totale intorno a due rette parallele, il capitano e la Fiorentina. E chissà se un giorno si incontraranno di nuovo...