"AMARCORD" 22/11/81, Firenze piange per il 'Capitano'

27.09.2008 16:38 di  Stefano Borgi   vedi letture
Fonte: Stefano Borgi per FV

"Ritrovare lo spirito perduto e ragionare da squadra", parole e musica di Cesare Prandelli. Si può riassumere così la tre giorni peggiore da quando il tecnico di Orzinuovi siede sulla panchina viola. Arrabbiato, deluso, umiliato, sono solo tre degli aggettivi usati dal mister per descrivere il suo stato d'animo all'uscita dall'Olimpico mercoledì sera. Immediato e senza esclusione di colpi il confronto avuto con la squadra in settimana e se le rose fioriranno lo sapremo solo al 90' di Fiorentina - Genoa.

 

Quello tra viola e rossoblù sarà uno scontro da emozioni forti, ed è la storia che ce lo racconta dato che fra le due squadre si è spesso giocata una partita da dentro o fuori. Come il 7 maggio 1978 quando, all'ultima di campionato, c'era in ballo la permanenza in serie A. Furono novanta minuti di drammatica intensità, sospesi a metà tra speranza e rassegnazione, ed il pareggio che ne conseguì salvò i viola condannando alla B il Foggia e lo stesso Genoa. Firenze si svegliò da un vero e proprio incubo e sul prato dell'allora stadio "Comunale" si versarono lacrime di sincera felicità.

Furono lacrime di disperazione, invece, quelle datate 22 novembre 81', quando il capitano per antonomasia, Giancarlo Antognoni, stramazzò a terra abbattuto dalla furia del portiere genoano Martina. Si vissero minuti di autentico terrore ed il cuore di tutta Firenze si fermò, in attesa di ripartire insieme a quello del suo figlio prediletto. Quando l'altoparlante dette finalmente buone nuove sulla salute di Antonio si levò un lungo e commovente applauso, un misto di gioia e liberazione.

E chiudiamo con un battesimo, quello del gol, per il "Re Leone", al secolo Gabriel Omar Batistuta. Era l'8 settembre del 1991 e alla seconda giornata Fiorentina - Genoa inaugura al "Franchi" una stagione che sarà povera di soddisfazioni per i colori viola. Quel giorno però nacque una stella fatta di forza, umiltà e voglia di fare gruppo. Questo chiede Prandelli alla Fiorentina di oggi e questo era ciò che metteva Batigol nella Fiorentina di allora. Stasera sapremo se la storia ci ha insegnato qualcosa.