ZOLA, Il nostro calcio è declassato
L e sorprese? Ronaldo, Giovinco, Suazo. La corsa scudetto? Inter appena più su delle altre. I nostri attaccanti all'estero? Un danno per il calcio italiano. Gianfranco Zola a tutto campo. Dal c.t. francese Domenech, agli addii di Totti e Nesta passando per l'Under 21.
E il contratto in azzurro fresco di rinnovo: «Un biennale e forse cambia qualcosa ».
Ad esempio?
«Da consulente tecnico potrei ritrovarmi nello staff degli allenatori ».
Zola, si riposa a Puntaldia, costa nordorientale della Sardegna, a un tiro di schioppo da Oliena, paese in cui vive la madre, e dai green della Costa Smeralda: golf e ancora golf, attuale malattia dell'indimenticato fantasista. Il resto è un relax modello focolare.
«Ho girato tanto anche dopo l'Europeo in Olanda, ma poi sono riuscito a trascorrere le vacanze con la famiglia e per la famiglia. Per una vita in questo periodo ero in ritiro. Adesso, mi sembra di aver smesso da un secolo. Ma va bene così».
Zola, Europeo 2007 Under 21: mezzo successo o mezzo flop?
«Un'esperienza con un mandato particolare: dovevamo lavorare in funzione della prima squadra facendo crescere i giovani più promettenti. Potevamo andar lì con sette difensori e tre attaccanti, invece abbiamo fatto il contrario e messo in campo ragazzi dell'86 e dell' 87. Diversi giocatori che hanno fatto bene in Under hanno poi trovato più spazio nei loro club. Penso ad Andreolli, Giuseppe Rossi, Criscito. Dà soddisfazione che Donadoni abbia detto che in cinque o sei sono pronti per la nazionale maggiore ».
A proposito di Rossi, come giudica l'esodo degli attaccanti nostrani?
«Quando Lucarelli, Bianchi, Toni, Pellè e altri vanno via significa che anche fuori si sta investendo tanto e che il nostro calcio non è più ambito come anni fa. Un segnale poco positivo».
Chi parte si allontana dalla Nazionale, come capitò a lei?
«No, noi Rossi lo seguiremo. Ai miei tempi era diverso e in effetti andando al Chelsea fui un po' penalizzato. Comunque Donadoni la pensa come noi: si parte alla pari e si tratta di esperienze che aiutano a maturare».
Totti e Nesta hanno detto no alla maglia azzurra.
«E' antipatico entrare in casa loro per capirne le ragioni. Per me la Nazionale è sempre stata molto importante e non sarei mai stato capace di rinunciarci».
Chi vince lo scudetto?
«L'Inter è forte del titolo e si è rinforzata. Il Milan, con Ronaldo dal via e senza penalizzazione, è la prima antagonista. La Roma, nonostante non abbia Chivu, è un'altra candidata autorevole mentre per la Juve tutto dipenderà dal rendimento della vecchia guardia».
Che campionato sarà?
«Ci sarà più incertezza e quindi sarà più seguito, sono tornate piazze storiche come Napoli, Juve e Genoa. Mi auguro sia anche meno chiacchierato e più giocato ».
Chi va in B?
«Chi trova prima l'equilibrio si salva. Penso che Genoa, Cagliari, Atalanta, Siena, Catania, Livorno ed Empoli siano alla pari».
Quale sarà lo straniero da seguire?
«Suazo. Se all'Inter fa anche solo un po' di quel che ha fatto al Cagliari, sarà la vera rivelazione».
A proposito di Cagliari...
«Ne so poco ma mi danno fiducia la preparazione e la serietà di Giampaolo».
Chi emergerà tra i giovani?
«Scommetto su Giovinco. Vorrei un campionato che mettesse in vetrina i nostri giovani più promettenti».
Domenech ha detto che nel '99, partita Under 21 Francia- Italia per il passaggio ai quarti dell'Europeo, comprammo l'arbitro. Platini gli ha risposto di portare le prove.
«Sto con Platini. Il nostro calcio è ancora in quarantena, chi ne parla deve farlo con delicatezza e responsabilità altrimenti diventa come il wrestling, dove tutto o quasi è messa in scena. Senza cautela si spiazzano e tradiscono i tifosi. Che alla lunga si allontanano».