ZEMAN, Fiorentina, progetto serio, non solo giovani
Avanti tutta. L’uomo che gioca sempre all’attacco, in campo e fuori, ha preso armi e bagagli, ha salutato il Belpaese ed è andato in Serbia ad allenare la Stella Rossa di Belgrado. Una sfida e una rinuncia al tempo stesso ma Zednek Zeman, ci mancherebbe, non cambia. E’ sempre il più integralista degli integralisti, o con lui o contro di lui. Leggere per credere.
Zeman, perché ha lasciato l’Italia?
«Perché trent’anni di buon lavoro, trent’anni apprezzati da tutti i tifosi delle squadre che ho allenato non sono serviti a nulla».
O magari è dovuto emigrare perché ha disturbato, con posizioni anche discutibili, i potentati del calcio italiano…
«Se fosse così sarebbe una cosa triste, tristissima. Io dico come stanno le cose solo ed esclusivamente nell’interesse dello sport, non nel mio interesse».
Chi è per lei Luciano Moggi?
«E’ uno che ha fatto male al calcio. Calcio che dovrebbe basarsi sui meriti del campo, lo ripeto, e non su cose che con il campo non c’entrano assolutamente nulla».
Moggi conta ancora?
«Conta ancora tanto. E sa perché? Perché è impossibile cancellare gli infiniti contatti che ha avuto in molti anni in cui era il padrone del sistema».
Sempre a proposito di Calciopoli: non ritiene che in questa storia ci siano personaggi intoccabili, più colpevoli dello stesso Moggi?
«Calciopoli ci ha detto che il sistema italiano è marcio e quando parlo di marcio investo tutto il sistema di potere, dalla Federazione fino all’ultimo dei procuratori. Chiaro?».
La Roma vorrebbe Mutu…
«Mutu o non Mutu la Roma gioca il miglior calcio, è quella che precede di poco la Fiorentina, altra squadra che diverte la gente».
Già, la Fiorentina…
«A Firenze c’è un progetto serio che a giudicare dal mercato di quest’anno non è basato solo sui giovani».
Ma lo scudetto chi lo vince?
«Non faccio l’indovino. Posso dire, questo sì, che la ‘rosa’ dei giocatori dell’Inter resta la più forte per cui la squadra di Mourinho è leggermente favorita».