TOSCANA, Le sei sorelle nel calcio che conta
E’ gran Toscana. Quattro formazioni in serie A, due nella cadetteria, cinque in C1 e altrettante in C2: in tutto, sedici team che giocheranno, con vari obiettivi, nei campionati professionistici che verranno. Tutta nuova la delegazione del Granducato in serie B: scomparso l’Arezzo, non senza molte recriminazioni sparse tra il campo e le aule di giustizia sportiva, irrompono due città nobili e appassionatissime: una, Pisa, ritrova il palcoscenico che conta dopo diversi anni di oblio e traversie societarie, un patrimonio di pubblico e di entusiasmo (si è visto ieri nella gara con il Monza) che rappresenta un ideale trampolino di lancio verso traguardi sempre più ambiziosi. L’altra, Grosseto, che si affaccia alla B con la verve e la faccia tosta della debuttante che però vuole subito mettersi in grande evidenza: peccato solo per l’addio, forse un poco frettoloso, di Cuccureddu.
In serie A, invece, la pattuglia toscana rappresenta il 20% dell’interp schieramento e scusate se è poco. La Fiorentina tira il gruppo, la campagma acquisti portata avanti da Corvino è di altissima fattura e probabilmente sarà la Champions League, nonostante l’addio di Toni, l’approdo naturale per la società viola.
Accanto c’è l’Empoli che per la prima volta nella storia giocherà l’Uefa, il Livorno che Spinelli vuole rafforzare attorno a Lucarelli e il Siena sempre più giovane, che magari chiede di salvarsi soffrendo di meno.
Arezzo e Lucchese saranno in pole position nella nuova geografia della C1: gli amaranto, smaltita la delusione, potranno comunque partire da favoriti insieme ai rossoneri. Con loro Massese, Pistoiese e Sangiovannese. Al piano di sotto si riaffaccia tra i professionisti una società di blasone e tradizione come il Viareggio, che sarà vita a derby al calor bianco soprattutto con la Carrarese. E ci sarà ancora spazio per l’eterno miracolo chiamato Castelnuovo, per Cuiocap, Prato e Sansovino.