TONI, Quando torno Firenze prima scelta

Uno stralcio dell'intervista di Luca Toni al quotidiano La Nazione
20.09.2008 08:03 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: La Nazione
TONI, Quando torno Firenze prima scelta
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L'azzurro pallido di Luca Toni. Una stella nell’Italia campione del mondo, nella Fiorentina e nel Bayern ma adesso con la Nazionale bisticcia al punto che non riesce più a segnare. Tutto cominciò agli Europei, quando la palla, un po’ per colpa sua e un po’ per colpa di una maledetta scalogna, di entrare in rete non voleva saperne. Insomma: cosa succede a questo magnifico centravanti con la faccia del bravo ragazzo? Sentiamolo al telefono.
Toni, a cosa si deve il suo black-out in azzurro?
«Non lo so neanche io, non so spiegarmelo. Perché se fossi in crisi non segnerei neppure con il Bayern dove anche quest’anno in tre partite di campionato, una l’ho dovuta saltare, ho già fatto tre gol. In Nazionale mi perseguita una sorta di malocchio, non la butto dentro neanche se la palla mi capita fra i piedi sulla linea di porta…».
Intanto in Nazionale è tornato Gilardino…
«E io sono felice per lui in quanto il Gila è un signor attaccante e una persona stupenda, un amico. Dopo le difficoltà provate al Milan, vedrete cosa sarà capace di fare a Firenze».
C’è anche chi reclama Amauri verso cui ha avuto parole di elogio lo stesso Lippi. Non le dà fastidio?
«Fastidio? Ben venga in Nazionale anche Amauri, la concorrenza mi stimola non mi deprime».
Contento del suo Bayern?
«Si, dopo quattro giornate di campionato siamo secondi in classifica, puntiamo allo scudetto, alla Supercoppa di Germania e, se possibile, anche alla Champions. Il Bayern è una squadra forte e ambiziosa, non ci poniamo limiti».
Nostalgie italiane?
«Al Bayern sto benissimo, Monaco è una bella città, i tedeschi non mi fanno mancare nulla. Però noi italiani, quando andiamo all’estero, ci ammaliamo un po’ di nostalgia, siamo un po’ mammoni.

Vero?».
Per cui lei avrà gradito molto le recenti parole dei Della Valle quando hanno detto che fra due anni per Toni c’è posto nella Fiorentina come giocatore e un giorno anche come dirigente…
«Quelle parole mi hanno fatto un piacere immenso. A Firenze sono esploso come calciatore, a Firenze ho lasciato amici veri, quelli che ti entrano nel cuore. Sa cosa ha risposto il nostro direttore sportivo Rummenigge ai Della Valle? Che farà tornare Toni in Italia se loro gli regaleranno il marchio Tods. Io da parte mia mi limito a dire che quando rientrerò in patria la prima scelta non può non essere Firenze. E’ una scelta di cuore ma anche di testa».
Perché di testa?
«Ma non vede che Fiorentina sta costruendo la famiglia Della Valle? Non vede che magnifico allenatore, che uomo adorabile è Prandelli? Non vede che amore c’è fra la squadra viola e i suoi appassionatissimi tifosi?».
Dove può arrivare la Fiorentina?
«Per lo scudetto le manca ancora qualcosa ma ormai è entrata di diritto nell’elite del calcio italiano. Ieri mattina mi ha telefonato Adrian Mutu ed era entusiasta di come avevano giocato a Lione dove avrebbero meritato di vincere. Se a Firenze mi aspettano e il Bayern un giorno mi lascia andare via magari vinciamo lo scudetto insieme…».
Quest’anno chi lo vince lo scudetto?
«La favorita numero uno resta l’Inter, per me una rosa di giocatori come Mourinho non ce l’ha nessuno al mondo. E nessuno al mondo ha un fuoriclasse come Ibrahimovic. Mai visto in vita mia un giocatore con un fisico da gigante che è un gigante anche sotto il profilo tecnico. Ecco, Ibra è un fenomeno al punto che è l’unico attaccante capace di fare la differenza anche quando non segna».