SAVE THE CHILDREN, Il plauso di Carlo Nesti

17.09.2010 17:07 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: TMW/carlonesti.it
SAVE THE CHILDREN, Il plauso di Carlo Nesti
FirenzeViola.it

Riportiamo l'articolo del noto cronista Carlo Nesti sulla scelta della Fiorentina di portare sulle proprie casacche la scritta "Save the Children" anziché optare per il classico sponsor:

La Parola di Gesù, forte e chiara: "Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare". (Matteo 18, 5-6)

E' uno dei rari momenti, all'interno dei Vangeli, in cui il Figlio di Dio usa espressioni violente, così distanti dalle sue abitudini, per mettere in guardia l'umanità. I bambini, come gli "ultimi", vengono prima di tutto e di tutti, sovvertendo qualsiasi gerarchia, e guai a chi osa far loro del male.

Proprio da questo punto di vista, è molto apprezzabile pensare a chi, nel mondo dello sport, ha deciso di rinunciare ai soldi di una sponsorizzazione pur di trasformare i bambini da salvare in una priorità. E ciò si deve alla Fiorentina, in cui l'azionista di riferimento è Andrea Della Valle.

Il club viola, infatti, ha annunciato che, nella stagione 2010-2011, il marchio "Save the Children" apparirà sulle maglie dei giocatori. Sosterrà "Every One", la più grande campagna mai lanciata da "Save the Children", in aiuto degli 8 milioni di bambini che ogni anno continuano a morire per cause comuni e prevenibili.

L'obiettivo è quello di contribuire a ridurre, drasticamente, la mortalità infantile entro il 2015, salvando ogni 12 mesi 500.000 bambini, e raggiungendo, con programmi di sensibilizzazione, salute e nutrizione, circa 50 milioni di donne in età fertile e minori. Un'impresa titanica, ma necessaria.

La Fiorentina, tra l'altro, non è nuova a iniziative così nobili, in una piazza, non troppi anni fa, considerata "calda". Basti ricordare l'introduzione del "terzo tempo", una consuetudine del rugby importata nel calcio: trovarsi fra avversari, a fine partita, in mezzo al campo, per stringersi la mano.

Papa Benedetto XVI, quest'anno, ha dichiarato che oggi, nella vita della Chiesa e dei cristiani, non sono tanto importanti i "predicatori", quanto i "testimoni". Sicuramente anche la testimonianza del mondo del calcio, sotto gli occhi di milioni di persone, ha un peso, senza pregiudizi e senza retorica.