PRANDELLI, I dolori vengono dalla difesa
Un gol incassato all’ultimo minuto e automatici due punti in meno in classifica: sarebbero stati fondamentali in vista della gara - tra meno di un mese - a Torino, contro la Juve, la squadra che in classifica precede i viola. Un errore di posizionamento di difesa e centrocampo, aggravato all’errore di Montolivo che, con Coppola fuori dai pali, avrebbe potuto facilmente colpire, segnando il gol della tranquillità. Invece viola mal equilibrati nella fase difensiva, il cross basso e il facile gol di Muslimovic: al diavolo l’opportunità di vincere la terza gara consecutiva lontano dal Franchi. Due punti in meno in classifica: regalati perché la Fiorentina aveva ormai schivato l’imboscata di Bergamo, giocando con accortezza, colpendo quando le situazioni tattiche glielo avevano consentito. E così Prandelli si è ritrovato a fare un po’ di conti. Pur senza Mutu, che condensa oltre il 50% del potenziale offensivo viola, la squadra aveva espresso convincenti trame di gioco.
Il risveglio sottoporta di Pazzini è istantanea che va custodita con fierezza. Il gioco alternato sulle fasce laterali, con Santana e Semioli, è un’altra caratteristica della squadra. L’assenza di Liverani, play-maker per eccellenza, si è regolarmente sentita negli ultimi scampoli di gara, quando sarebbe stato consigliabile che i centrocampisti tenessero palla, congelando gara e risultato. Riceve sempre applausi quando ritorna a Bergamo, Prandelli. Qui giocò prima di essere ingaggiato dalla Juve che, all’epoca, grazie agli ottimi rapporti tra Boniperti e Bortolotti, vantava un eccellente canale privilegiato sulle promesse orobiche. A Bergamo poi Prandelli ritornò, allenando il florido settore giovanile bergamasco.