JUVENTUS, Pensa ancora a Prandelli
L’anno scorso era l’Inter, poi per un periodo è entrata nel mezzo anche la Juve. Senza dimenticare una spruzzata di Liverpool. Quindi la pace estiva e adesso, ai primi scriocchiolii di panchine d’oro, la giacchetta di Prandelli si è riallungata. Forse sarebbe meglio parlare di pullover, vista la predilezione di Supercesare per questo capo di abbigliamento. Prandelli è di nuovo al centro dei sogni di società in crisi. Sì, è tornata in auge la Juventus, prepotente. I tifosi viola se ne doveranno fare una ragione, quando si ha in panchina uno dei migliori allenatori in assoluto, l’interesse degli altri club lievita. Ieri è stato il quotidiano torinese per eccellenza, La Stampa (che per questioni di famiglia è ben introdotta nelle faccende bianconere), a tratteggiare lo scenario definitivo (e nei giorni scorsi erano state altre testate): via Ranieri a fine stagione e ritorno di Prandelli. Sì perché il tecnico di Orzinuovi a Torino ha vissuto, da giocatore, la sua parentesi più gloriosa, scendendo in campo 89 volte e vincendo 3 scudetti, un Coppa Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppe delle Coppe e una Supercoppa Europea. Voci false? Vere? Verosimili? Buona la terza. Facciamo ordine ripartendo da un assunto: se salta una panchina importante è naturale che un allenatore come Prandelli rientri nel ristretto club dei candidati, anche se è sotto contratto, purtroppo. Ma questo è il malcostume del calcio italiano: quelli che affermano che i contratti vanno rispettati sono i primi a lanciarsi su tesserati, appunto, sotto vincolo. Vabbé. Ci aveva pensato Moratti, prima di Mourinho, anche se nessun contatto ufficiale era mai stato promosso, e ci aveva già pensato la Juventus il 3 marzo scorso, il giorno dopo che la Viola di Prandelli aveva preso a pallonate la Juve di Ranieri, tanto che il 2-3 finale per la Fiorentina era un po’ stretto per la lezione di calcio impartita all’Olimpico. Anche allora autorevoli testate si erano tuffate nel mare magnum prandelliano. Anche allora c’era stato un interessamento, ma solo platonico. Adesso, invece, la Juve di Cobolli, Blanc e Secco - autore di un mercato disastroso -, sta pensando seriamente di sferrare l’attacco a Prandelli.
Lo ha certamente inserito al primo posto della lista. E al secondo? Spalletti. E anche questo non è un caso: Lucianone da Montespertoli è da anni nel mirino della Juve perché da anni ottiene grandissimi risultati con la Roma. E in precedenza con l’Udinese (primo allenatore nella storia dei friulani ad aver portato al preliminare di Champions League i bianconeri). Per gli amanti degli amarcord, giova ricordare che anche Prandelli era entrato nel mirino della Juventus prima che arrivasse Deschamps. Conclusioni: è sicuramente vero che la Juventus pensi alla soluzione Prandelli per la prossima stagione, ma non è vero che ci siano stati dei contatti tra l’allenatore viola e la dirigenza bianconera. Ed è tutto da stabilire che Prandelli voglia lasciare Firenze prima del 2011 (scadenza del suo contratto), anche se il rap-porto tra lui il diesse Corvino ha vissuto momenti di tensione, soprattutto durante la tormentata vicenda Mutu (il tentativo di cedere il romeno, fallito grazie all’intervento del presidente Della Valle, per la felicità di Prandelli). E c’è di più: chi conosce bene Prandelli sa che il gior-no in cui dovesse separarsi da Firenze, lui non escluderebbe affatto un’ipotesi estera. Esperienza che da sempre affascina un tecnico ambizioso come Cesare. Ma torniamo al rapporto tra Prandelli e Corvino. Sono due figure completamente diverse, che non sempre trovano le giuste convergenze. Pure di recente ci sono state frizioni, ma i numeri ricordano anche che insieme hanno ottenuto in 3 campionati 213 punti. Insomma, con la buona volontà si trasforma i vaffa in successi. E la vicenda diventa divertente se pensiamo a quello che è accaduto due giorni a Torino. Su un noto sito del tifo bianconero è stata contestato la società di Cobolli Gigli e tra le tante richieste per un futuro migliore è venuta fuori anche questa: «Dateci Prandelli e Corvino insieme, loro almeno capiscono di calcio...». Chissà che ne pensano i fratelli Della Valle...