INGHILTERRA, Nuove norme danno ragione a Prandelli
Era l’ora. Perché chi è uso parlare più di una lingua, si sarà certamente ritrovato ad assistere a macchiette degne di un’ilarità che comico alcuno potrà mai eguagliare. Parlando vis-a-vis, due o più interlocutori ignari ognuno dell’idioma altrui raggiungono comunque, alla fine, un “sì” un “da” uno “yes” e via dicendo ma, tra le inevitabili pacche di complicità sulle spalle, giocoforza tralasciano tutto quello che va dal saluto iniziale a quell’avverbio di risposta affermativa. Tutto ciò, altro non è che la parte da capire. Si può agevolmente supporre che sia altresì la parte più importante, quella cioè dei contenuti purtroppo male assimilati dai partecipanti. Neanche i gesti posson minimamente bastare alla bisogna, essendo pure questi ultimi variabili a seconda delle culture (per esempio, se un islamico annuisce col capo, vuol dire di no).
Il seguito della scena prende poi le pieghe più svariate ed esilaranti che il caso può macchinare e che non ci si immagina nemmeno perché la verità, in quanto tale, non ha da essere credibile.
Prendiamo ad esempio Capello: promise di imparare l’inglese in un mese; ciononostante la lingua di Albione per lui resta ancora un mistero. Certo, va perdonato perché non sapeva di che cosa si trattasse, magari pensava che l’inglese fosse uno spagnolo un pochinino più difficile, ma insomma, bravo è bravo: basta guardare i risultati. Ed è certamente dovuta a questa carenza linguistica la causa per cui, a precisa domanda del Daily Mirror, il famoso mister di casa nostra ha risposto senza inserire Buffon tra i migliori portieri “ever”. Ciò nonostante transeat, perché i maligni dicono invece si sia trattato di omissione volontaria ma il fatto è che la verità non si saprà mai. Tuttavia non bisogna trascurare quanto segue: passa il caso che in Inghilterra pare abbiano diramato nuove norme sull’immigrazione, e da ottobre si potrà giocare in Premier League solo se si dimostra di parlare la lingua locale ad un livello decente. Ottima decisione, che questi ragazzotti i cui emolumenti sono pari a quelli di tre o quattro capi di stato tra i più prestigiosi, bisognerà pure si diano un po’ daffare anche al difuori del semplice trastullarsi col pallone. Ma stavolta gli inglesi sono arrivati secondi: un mesetto fa Prandelli ci ha deliziato col suo intervento atto a spiegare perché Da Costa, giunto lo scorso gennaio alla corte viola dietro profumata mercede, non va neanche in panchina. Perché, di grazia? Perché ancora non sa l’italiano, non c’è bisogno che ce lo dicano gli inglesi!