G.ROSSI, Io, un mammone mondiale
Lunga intervista di Giuseppe Rossi rilasciata al periodico Vanity Fair dove viene preso in considerazione la vita privata del campione: "Quando mi infortunio la fisioterapia non basta, serve anche gente che ti faccia sentire amato, per questo sono fiero di essere un mammone". Sul futuro dopo la fine della carriera: "Non so cosa farò, vivo il momento come mi ha insegnato mio padre. Mi chiedo spesso cosa mi direbbe, è stato un grande dolore perderlo. Non sarei qui se non fosse per lui". Sul fatto che lui rappresenta il contrario rispetto alla vita sregolata di molti colleghi calciatori: "Ci si può divertire anche usando il buon senso e noi calciatori dovremmo avere anche un maggiore senso di responsabilità.
Il successo non è una scusa per fare quello che si vuole". Sulla possibilità di una Nazionale multietnica ai Mondiali in Brasile: "Mi piace, è lo spirito che squadra che conta non dove sei nato". Sulle amicizie nel calcio: "E' difficile farne, ma sento Marcos Senna mio ex compagno al Villareal e poi ho ritrovato Gonzalo e Mati a Firenze insieme ad Aquilani". Infine sul rapporto con Prandelli: "Ho grande stima di lui, mi ha telefonato anche il giorno dopo l'infortunio".