EURO U21, Casiraghi pensa di cambiare modulo
L'unico pensiero di un'Italia arrivata in Olanda da favorita e adesso sull'orlo del baratro deve essere il modo in cui battere la Repubblica Ceca domenica sera per garantirsi almeno lo spareggio olimpico. Impresa non facile, perché a furia di minacciare di esplodere, questa squadra rischia l'implosione, schiacciata da svariati problemi.
LA TESTA
Smarriti nei primi quindici minuti contro la Serbia, in coma nei primi venticinque contro l'Inghilterra: dai blocchi di partenza esce un'Italia benefica. Pierluigi Casiraghi parla di «voglia di strafare», ma il dubbio è che la sua filosofia soft all'insegna dell'«importante è divertirsi» possa diventare un boomerang. Anche perché a vent'anni basta poco per distrarsi con le voci di mercato (è sempre successo, ma sugli spalti ci sono più procuratori e scout che spettatori). Claudio Gentile era un sergente di ferro che all'occorrenza ti appendeva al muro. Mentre dopo il k.o. con i serbi era palpabile la voglia di riscossa, ieri filtrava una sorta di rassegnazione, legata anche al fatto che in molti danno per scontata una sconfitta della Serbia contro gli inglesi.
LE GAMBE
Casiraghi fin dal ritiro di Coverciano s'era detto preoccupato per la condizione fisica di una rosa divisa tra spremuti e reduci da infortuni. Nel primo tempo di giovedì gli avversari arrivavano sempre prima. «Non rimprovero nulla sul piano dell'impegno — chiarisce il c.t., che non prova a nascondersi dietro gli alibi —, ma ci mancano freschezza e brillantezza. Nel girone ci sono squadre forti fisicamente, contro cui un 11 tecnico come il nostro soffre». Caldo e usura da club ci sono anche per gli inglesi (che anzi giocano più gare di noi), però partire ad handicap ci ha costretti sempre a inseguire, con relativo dispendio di energie.
Senza dimenticare che nessuno dei titolari ha fatto le coppe ed è quindi abituato a giocare ogni tre giorni.
IL MODULO
Da questo parte Casiraghi nell'inquadrare i problemi tattici. «Prima di decidere chi giocherà devo valutare le condizioni di tutti. Non sono vincolato al 4-1-4-1, ma per giocare con due punte e un trequartista devo avere la certezza che i tre centrocampisti abbiano le gambe per andare anche sulle fasce». Serpeggia il dubbio che lo schema di base, nato per far convivere Montolivo e Aquilani, snaturi tutti gli attaccanti, da cui peraltro si aspetta ancora il primo gol. Pazzini non può giocare da punta unica, mentre Rosina e Palladino di due compiti (esterni e punte aggiunte) finiscono col non assolverne nessuno. «È vero, gli attaccanti non segnano — spiega il commissario tecnico —, ma sarei preoccupato se le occasioni proprio non riuscissimo a crearle. Direi che è un problema di imprecisione. Nel secondo tempo Rosina e Rossi hanno giocato più vicini a Pazzini, ma è anche vero che l'Inghilterra a quel punto era stanca». Per la prima volta ha ballato anche il reparto difensivo. Perso Potenza, ci manca un terzino destro che sappia coprire e spingere. Domenica potrebbe provarci Andreolli, con l'inserimento di Criscito in mezzo.